Guerra in Ucraina, le reazioni dei Paesi confinanti

Redazione
24/02/2022

La Lituania ha emanato lo stato d'emergenza, mentre insieme alle altre repubbliche baltiche e la Polonia chiede alla Nato di applicare l'articolo 4. La Bielorussia è schierata con Mosca, Ungheria e Germania non manderanno armi a Kiev.

Guerra in Ucraina, le reazioni dei Paesi confinanti

Arrivano i primi provvedimenti da parte dei Paesi più vicini al conflitto deflagrato poche ore fa tra Russia e Ucraina. L’avvio delle operazioni militari da parte del governo russo, con bombardamenti e sirene spiegate su tutto il territorio ucraino, ha immediatamente costretto le nazioni dell’Est Europeo – e non solo – ha decidere come muoversi. C’è chi ha dichiarato lo stato d’emergenza, come la Lituania, e chi ha scelto di schierarsi, prevedibilmente, con la Russia, come la Bielorussia. Poi ci sono altre questioni, legate alla fornitura di armi all’Ucraina e alla chiusura o all’apertura delle frontiere.

La Lituania dichiara lo stato d’emergenza

Il presidente della Lituania, Gitanas Nauseda, non ha avuto dubbi. Almeno fino al prossimo 10 marzo sarà stato d’emergenza in terra lituana. Una scelta presa con un unico obiettivo, quello di «prendere misure legali per fortificare la nostra sicurezza». La decisione è stata presa davanti al Consiglio nazionale di sicurezza e la stessa premier Ingrida Simonyte ha rassicurato i propri cittadini: nessuna restrizione sarà presa contro i lituani. Ai confini, invece, le autorità potranno fermare e perquisire chiunque voglia entrare nel Paese.

La Bielorussia si schiera: lanciati missili contro Kiev

Nonostante gli appelli dell’Ue delle ultime ore, il leader della Bielorussia, Aleksander Lukashenko, ha deciso di appoggiare il governo russo nella guerra contro l’Ucraina. L’esercito ucraino avrebbe riferito che dal territorio bielorusso sarebbero partiti quattro missili balistici verso il sud-over. Non stupisce la scelta della Bielorussia, alleato russo che già nei giorni scorsi aveva partecipato ad esercitazioni militari insieme alle truppe russe. Proprio poche ore fa, Charles Michel, presidente del Consiglio Ue, aveva lanciato un appello: «Avete la possibilità di non seguire la Russia in questa tragedia. L’Ue parla ad una sola voce, è allineata e forte».

Guerra in Ucraina, le reazioni dei Paesi confinanti. Stato di emergenza in Lituania, niente armi a Kiev da Ungheria e Germania. Missili partiti dalla Bielorussia
Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko (Getty)

Ungheria e Germania non daranno armi all’Ucraina

E il fronte europeo rischia invece di spaccarsi. Con certezza soltanto l’incontro a Bruxelles previsto nelle prossime ora potrà realmente far emergere quanto l’Ue sia unita e allineata. Intanto, però, l’Ungheria ha già deciso che non invierà armi all’Ucraina. A dichiararlo è stato il premier Viktor Orban, che ha sottolineato come la decisione presa sia in favore della sicurezza degli stessi ungheresi. Poche ore dopo l’annuncio del leader magiaro, è arrivata anche la presa di posizione della Germania, che opterà per la stessa soluzione. Una scelta in controtendenza rispetto a quella presa da Joe Biden, presidente degli Stati Uniti d’America, e dagli altri Paesi della Nato.

Le repubbliche baltiche e la Polonia chiedono alla Nato di applicare l’articolo 4

Cresce la paura, intanto, tra le nazioni i cui confini potrebbero essere interessati. Già nella mattinata di oggi la Polonia e le repubbliche baltiche, Estonia, Lettonia e Lituania, hanno chiesto alla Nato l’applicazione dell’articolo 4. In pratica prevede «consultazioni di emergenza se un membro è minacciato». I Paesi in questione hanno paura di quella che può essere una vera e propria minaccia da parte del governo russo, ormai alle porte.

L’appello delle Nazioni Unite: «Chi confina tenga le frontiere aperte»

Intanto l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, ha lanciato l’appello ai paesi confinanti, invitati a tenere le frontiere aperte. «Siamo preoccupati per il peggioramento della situazione e per l’azione militare in corso in Ucraina. Le conseguenze umanitarie sulle popolazioni civili saranno devastanti: in guerra, non ci sono vincitori ma solo innumerevoli vite a rischio», ha dichiarato. «Abbiamo già avuto notizie di vittime e persone in fuga dalle loro case in cerca di sicurezza. Vite umane e infrastrutture civili devono essere protette e salvaguardate in ogni momento, in linea con il diritto internazionale umanitario. Siamo pronti a sostenere gli sforzi di tutti nella risposta a qualsiasi movimento forzato di persone, a tal fine abbiamo rafforzato le nostre operazioni in Ucraina e nei paesi limitrofi».

Guerra in Ucraina, le reazioni dei Paesi confinanti. Stato di emergenza in Lituania, niente armi a Kiev da Ungheria e Germania. Missili partiti dalla Bielorussia
Migliaia di cittadini ucraini in fuga dal Paese (Getty)