Guerra in Ucraina: nei supermercati italiani razionati zucchero, olio di semi e farina

Matteo Innocenti
11/03/2022

In seguito alla guerra in Ucraina è partita la corsa alle scorte alimentari. Così in diversi supermercati italiani sono stati razionati farina e olio di semi. Intanto è decollato il prezzo delle materie prime e cresce l'ansia per lo sciopero degli autotrasportatori.

Guerra in Ucraina: nei supermercati italiani razionati zucchero, olio di semi e farina

Massimo quattro confezioni a testa di farina, zucchero, olio di semi di girasole. Unicoop Firenze ha “razionato” la vendita di alcuni prodotti. La decisione è stata presa, spiega l’azienda, per evitare la corsa all’accaparramento legato alle paure per la guerra in Ucraina e riguarda proprio beni «particolarmente sensibili che arrivano dalle zone interessate dal conflitto». Per scacciare il timore di rimanere con le dispense vuote oppure per giocare d’anticipo sui prossimi rincari, riportano i giornali toscani, da giorni i ristoratori stavano facendo grandi scorte di questi prodotti.

Limiti all’acquisto anche da Eurospin e in altri supermercati

Si tratta di un caso, per adesso, quasi isolato. Quasi, perché sugli scaffali di Eurospin un cartello limita l’acquisto di olio di semi di mais a soli due pezzi per scontrino, sulla falsariga di quanto sta accadendo in Spagna con i semi di girasole. Medesimo provvedimento al Mega di Treviso: due bottiglie di olio di semi per ciascun cliente, mentre scarseggia il latte. Al supermarket Metro di Bevera, in Liguria, un cartello avverte i clienti che «per gli olii a base di semi (olio di girasole, olio di semi vari, olio per friggere e olio di palma) potrebbero verificarsi temporanee indisponibilità di prodotto a seguito dei recenti eventi che coinvolgono Ucraina e Russia». Per i ristoratori, il limite è fissato a 50 litri per tessera,. In generale è il classico cane che si morde la coda: certi prodotti vanno a ruba perché c’è il timore che possano scarseggiare, cosa che poi effettivamente accade dopo la corsa all’acquisto.

Guerra in Ucraina, primi razionamenti nei supermercati. Nelle borse merci il prezzo del mais è cresciuto del 25 per cento.
In alcuni supermercati sono già tornate scene come queste (CHANDAN KHANNA/AFP via Getty Images)

A Sassari scene da lockdown dopo il passaparola su WhatsApp

A Sassari è bastato un messaggio WhatsApp che annunciava il rischio di uno stop dei trasporti per 15 giorni per scatenare il panico: i cittadini hanno preso d’assalto i supermercati, svuotando gli scaffali. Ma era una fake news. Scene simili anche al confine italo-svizzero, dopo che nei giorni scorsi il governo elvetico ha diramato l’avviso: «La popolazione dovrebbe essere in grado di provvedere al proprio sostentamento per diversi giorni senza aiuti esterni. L’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico raccomanda di tenere scorte d’emergenza sufficienti per circa una settimana, che comprendono in primo luogo derrate alimentari a lunga conservazione e nove litri d’acqua per persona, nonché i medicinali più importanti». Approfittando dei prezzi più bassi, in tanti hanno attraversato la frontiera dal Canton Ticino, svuotando gli scaffali dei supermercati italiani.

La crisi dei cereali in Europa

Se l’approvvigionamento non è al momento un problema, lo sono sicuramente i prezzi in rialzo, complici anche i rincari dell’energia. La guerra in Ucraina, granaio d’Europa, ha mandato gambe all’aria tutto il mercato dei cereali. Kiev ha bloccato le esportazioni, così come avevano fatto Ungheria e Bulgaria. Solo nell’ultima settimana, il prezzo del mais nelle diverse borse merci è cresciuto del 25 per cento, così come quello di vari olii di semi. In generale, a febbraio l’Istat a ha rilevato rincari del 4,2 per cento sul cibo e Federdistribuzione stima che dovrebbero salire rapidamente di un altro paio di punti. Coldiretti, nel frattempo, ha annuncia di essere pronta ad aumentare la produzione italiana di 75 milioni di tonnellate di mais e grano a danno di altre colture: molti allevatori hanno già iniziato a razionare il mangime per gli animali, ora che produrre cereali è diventato molto conveniente.

Guerra in Ucraina, primi razionamenti nei supermercati. Nelle borse merci il prezzo del mais è cresciuto del 25 per cento.
Il blocco del trasporto fa temere per l’approvvigionamento dei prodotti (JEAN-PIERRE CLATOT/AFP via Getty Images)

Blocco dei trasporti da lunedì, cosa può succedere

A partire dal 14 marzo le aziende di autotrasporto sospenderanno a livello nazionale i loro servizi a causa dell’esplosione dei costi del carburante. E per il 19 l’Unatras, la sigla che unisce le associazioni di categoria, ha annunciato manifestazioni in tutta Italia. Ovviamente, lo stop all’autotrasporto potrebbe minacciare gli scaffali dei supermercati, dato che in Italia l’85 per cento delle merci viaggia infatti su strada, come precisa Trasportounito. Si fermerebbe ad esempio il Mercato ortofrutticolo di Fondi, prima piattaforma logistica agroalimentare d’Italia e seconda d’Europa. Getta però acqua sul fuoco Federdistribuzione: non sono previsti problemi di forniture, visto che le riserve dovrebbero bastare a superare il blocco dell’autotrasporto.