Poltronificio Gse. Alla fine il Gestore dei servizi energetici, braccio operativo del governo per lo sviluppo delle rinnovabili e per la gestione della crisi del gas, è tornato utile, come annunciato, per riciclare vecchi dirigenti e politici rimasti senza una casella da occupare, tra i quali spunta un nome ricorrente quando si tratta di essere ripescati da mani amiche. E così l’assemblea del Gse ha dato il via libera al rinnovo dei vertici, con relativo cambio di assetto della governance: viene costituito un nuovo consiglio di amministrazione con un presidente e quattro consiglieri, come riportato dall’agenzia Public Policy. E c’è posto per tutti.
Arrigoni, il leghista che strizzava l’occhio a nucleare e carbone
L’ex senatore della Lega non rieletto alle ultime Politiche, Paolo Arrigoni, sarà presidente, e pazienza se le sue posizioni su nucleare e carbone avevano fatto storcere il naso a più di qualcuno: l’esponente del Carroccio è da sempre grande promotore del ritorno al nucleare, della massimizzazione della produzione delle centrali a carbone e della ripresa dell’estrazione di gas nazionale. Non proprio il massimo della sostenibilità e delle rinnovabili che dovrebbero essere al centro dell’azione del Gse, a cui tra l’altro è stato aumentato il plafond di risorse disponibili, salite a 2 miliardi, grazie all’intercessione di Matteo Salvini.

Ripa di Meana mantiene un posto: la Corte dei conti era in pre allerta
Uno dei consiglieri sarà Andrea Ripa di Meana, che lascia così il ruolo di amministratore unico, ma mantiene una poltrona all’interno dell’ente. Proprio sull’ipotesi di un suo licenziamento erano pronti ad accendersi i fari della Corte dei conti, visto che la sua sostituzione anticipata (la scadenza dell’incarico era fissata per il 2024) non sembrava legittimata da nessuna giusta causa, considerando il bilancio in buona salute e la definizione di un piano industriale che era atteso da anni.

Com’è stimata Roberta Toffanin: doppio incarico all’Ambiente
A completare il gruppo dei consiglieri sono stati scelti Vinicio Mosè Vigilante, fino a oggi direttore del dipartimento Affari legali e che sarà incaricato come amministratore delegato, Caterina Belletti, ex Azienda provinciale trasporti di Gorizia, e soprattutto l’ex senatrice di Forza Italia Roberta Toffanin, non eletta nel collegio Veneto alle Politiche 2022 ma già ampiamente risarcita con un posto da consulente negli uffici di diretta collaborazione del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che l’aveva scelta per chiamata diretta, come tutti quelli del gabinetto, senza concorsi o selezioni, per un compenso non trascurabile da 80 mila euro l’anno. Ora per lei si spalancano le porte anche del Gse, ente controllato proprio dal ministero presieduto da Fratin, che ha dimostrato l’ennesimo apprezzamento per il lavoro della Toffanin. Considerata, stando al curriculum, esperta delle «tematiche economiche»: ma deve essere evidentemente parecchio preparata anche su quelle green, visto il doppio ruolo che andrà a ricoprire.
