Giavazzi, ultimamente un po’ Tafazzi

Occhio di Lince
09/08/2021

Dopo la bocciatura di Ugo De Carolis in Anas, il professore si vede cassare da Draghi anche il nome di Alberto Biancardi (sponsor Enrico Letta) per la guida di Gse. Dove va Andrea Ripa di Meana.

Giavazzi, ultimamente un po’ Tafazzi

Ora che anche l’Espresso si è accorto di lui, il bocconiano di governo Francesco Giavazzi perde colpi. Dopo aver inciampato nel tentativo di nominare Ugo De Carolis al vertice di Anas, che il riflesso condizionato dei partiti di fronte al curriculum che associa l’ex ad di Aeroporti di Roma ai Benetton ha fatto saltare – cosa che gli è costata una tirata d’orecchie da parte del suo amico Mario Draghi, bonaria ma pur sempre fatta come presidente del Consiglio – ora non è riuscito nell’intento di far nominare Alberto Biancardi al GSE. Già componente dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (Arera) dal febbraio 2011 all’agosto 2018, il 60enne Biancardi è considerato di area Pd, tant’è vero che la sua candidatura al vertice del Gestore dei Servizi Energetici, società direttamente detenuta dal Tesoro, è stata particolarmente caldeggiata da Enrico Letta.

Ormai Palazzo Chigi fa concorrenza a Egon Zehnder

Giavazzi ha ricevuto Biancardi per ben due volte a palazzo Chigi, da lui trasformato in una sorta di sede di società di head hunting (ma questa volta, rispetto ai tempi dalemiani in cui era diventata una merchant bank, si parla inglese…), che in questo caso ha fatto concorrenza niente meno che a Egon Zehnder, visto che ufficialmente il dossier GSE era nelle mani di Aurelio Regina, che della multinazionale di caccia alle teste è partner. Nei due colloqui, si è fatto raccontare quale programma di governo avesse in mente per una struttura che negli ultimi tempi ha sofferto maledettamente di cattiva gestione.

Bocciato anche Delfanti, sponsorizzato dai 5 Stelle

Alla fine però il governo ha scelto diversamente: ha scartato non solo Biancardi ma anche Maurizio Delfanti, ad di RSE-Ricerca sul sistema energetico (controllata da GSE) sponsorizzato dai 5 Stelle, e venerdì 6 agosto ha nominato Andrea Ripa di Meana, per di più assegnandogli il ruolo di amministratore unico. Discendente di una aristocratica famiglia piemontese da generazioni a Roma – è figlio dell’avvocato Vittorio Ripa di Meana, legale di grandi banche e società editoriali tra cui Espresso-Repubblica, e nipote di Carlo Ripa di Meana, già ministro dell’Ambiente e commissario europeo – e portatore di un’esperienza nelle istituzioni pubbliche dell’energia, attualmente a palazzo Chigi quale componente del Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici, Ripa di Meana è stato scelto grazie ad un accordo tra Draghi e i ministri Franco e Giorgetti. Ignorando i suggerimenti di Letta (poveretto, non ne azzecca una), e con buona pace di Giavazzi.