Facebook rimuove decine di gruppi e account fake a sostegno di Putin
Facebook ha eliminato account fake di Putin e gruppi che ritraevano il presidente russo come un eroe amministrati in Cambogia, Siria e Kenya. Fra i post non solo la guerra in Ucraina, ma anche i vaccini anti-Covid.
Leader del mondo libero, amante degli animali, sostenitore della pace. Sono solo alcuni degli elogi a Vladimir Putin riscontrati in una decina di gruppi Facebook, oggi rimossi, a sostegno del presidente della Russia. Una nuova inchiesta della Bbc, con la collaborazione dell’Institute for Strategic Dialogue, ha infatti individuato milioni di interazioni sul social network di Meta che celebrano lo zar di Mosca. Spazio anche per account fake – anch’essi cancellati – del leader, disponibili in più lingue e aree del mondo.
I numeri dei gruppi Facebook a sostegno di Vladimir Putin
L’indagine della Bbc e dell’ISD ha identificato e rimosso ben 10 gruppi Facebook per un totale di 650 mila membri attivi. Solo nell’ultimo mese, avevano dato vita a circa 16.500 post, capaci di ottenere oltre 3,6 milioni di interazioni fra reaction, commenti e condivisioni. Fra i contenuti, foto che ritraggono Putin al fianco di animali o delle sue truppe e messaggi di sostegno non solo in inglese e russo, ma anche in arabo, farsi e khmer. Fra gli amministratori, gli esperti hanno individuato diversi account fake. Si tratta, come riporta la Bbc, di “astroturfing”, fenomeno per cui più account duplicati creano una falsa idea di pubblico.

«La campagna creava l’apparenza di un ampio sostegno a Putin e al Cremlino», si legge nel rapporto dell’ISD. «In pratica gettava la basi su resoconti non autentici per raggiungere il suo obiettivo». L’indagine ha portato all’identificazione di circa 100 account simili, molti dei quali fingevano contatti diretti con la Federazione Russa o con i servizi di sicurezza di Mosca. Impossibile però negare del tutto tali legami, tanto che potrebbe trattarsi di un altro fenomeno di manipolazione russa dell’informazione. Intanto, Meta ha già provveduto alla cancellazione di numerosi gruppi, anche se potrebbero essercene già di nuovi. «Stiamo continuando a intraprendere un’azione decisa», ha detto un portavoce di Facebook. «Intendiamo prevenire la diffusione di fake news relative alla guerra in Ucraina».
Siria e Cambogia, ecco da dove provengono alcuni amministratori
Gli amministratori non erano esclusivamente russi. La Bbc riporta due casi provenienti rispettivamente da Siria e Cambogia. Il primo gruppo era gestito da tale Marine che ha utilizzato tre account per generare supporto a Vladimir Putin. Ogni profilo ha pubblicato costantemente post molto simili fra loro alla stessa ora di ogni giorno. Victoria invece è cambogiana e aveva creato un gruppo in lingua khmer che negli ultimi due mesi aveva condiviso 4 mila post originando circa 34 mila interazioni. Nonostante i tentativi di contatto, la Bbc e l’ISD non sono riusciti a parlare direttamente con i responsabili, ma hanno avuto più fortuna con un terzo soggetto. Si tratta di Raj, che dal Kenya sostiene Putin al punto da aver aggiunto il cognome dello zar al proprio nickname. «È un grande leader», ha detto, scegliendo il silenzio sulla guerra in Ucraina.
Gli account fake del presidente Putin
Altro fenomeno diffuso è quello delle imitazioni. Come sottolinea la Bbc, Vladimir Putin è uno dei pochi leader mondali a non avere profili ufficiali, tanto che secondo alcuni rumors non avrebbe nemmeno uno smartphone. Il suo portavoce ha sempre dichiarato che il presidente non ne ha bisogno, in quanto «non otterrebbe nulla di quanto già non possieda». Tuttavia, su Facebook sono sorti diversi account fake. Il caso più eclatante è quello di @for.vladimir.putin che, prima di essere cancellato, contava 3,3 milioni di follower, un terzo dei quali guadagnati durante la pandemia. Qui infatti avevano trovato spazio numerosi post sulla campagna di vaccinazione, tra cui le news su Sputnik e gli antivirali di Mosca. In merito al conflitto in Ucraina, molti post avevano parlato di «operazione per il mantenimento della pace finalizzata alla semplice demilitarizzazione di Kyiv».
