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Palp fiction

Se in Italia una giornalista è stata molestata fuori da uno stadio, in Francia sembra essere accaduto il contrario: l’ex cronista di Canal+ Pierre Ménès è accusato di aver palpato il seno a una hostess durante il match Psg-Nantes.

30 Novembre 2021 16:12 Redazione
pierre menes avrebbe molestato una hostess allo stadio

Mentre in Italia si continua a discutere della deprecabile vicenda di Greta Beccaglia, cronista di Toscana Tv molestata dopo il derby toscano Empoli-Fiorentina, in Francia accade il contrario: un ex giornalista di Canal+ è accusato di aver toccato il seno a una hostess durante il match Psg-Nantes.

Nuove accuse per Ménès e l’indagine della procura di Parigi

Pierre Ménès, 58 anni, come ha riportato Le Parisien, è oggetto di una indagine preliminare aperta il 20 novembre per aggressione sessuale. Secondo fonti concordanti, durante la partita al Parc des Princes, Ménès in qualità di spettatore avrebbe toccato in maniera inappropriata il seno di una hostess. Sentita dalla polizia, la presunta vittima non ha voluto sporgere denuncia, ma di fronte alle prove la Procura di Parigi ha aperto ugualmente un’indagine preliminare per violenza sessuale. L’avvocato dell’ex giornalista ha contestato ogni accusa. «Pierre Mènes ha assistito alla partita ed è stato in compagnia di tre persone per tutta la sera. Non c’è stato alcun problema», ha spiegato il penalista rilanciando: «Il mio cliente sporgerà una denuncia per calunnia».

in francia un giornalista è accusato di aver molestato allo stadio una hostess
Greta Beccaglia (da Fb).

I precedenti e il documentario-denuncia Je ne suis pas une salope, je suis une journaliste

Non sarebbe la prima volta che Ménès finisce nei guai. Lo scorso marzo ha lasciato Canal+ dopo la messa in onda da parte della stessa rete del documentario Je ne suis pas une salope, je suis une journaliste (dove salope sta per “troia”) che denunciava il sessismo nel mondo del giornalismo sportivo, dentro e fuori le redazioni. Il sito di notizie Les Jours aveva però rivelato che parte del documentario era stata tagliata dopo il montaggio. Le sequenze rimosse, si disse su richiesta della direzione sportiva del canale, riguardavano proprio Pierre Ménès. Il giornalista, che a luglio ha aperto una nuova piattaforma dedicata al calcio, era accusato dalla regista del documentario Maria Portolano di due aggressioni a sfondo sessuale: aver baciato con la forza e in onda la giornalista Isabelle Moreau nel 2011 e la collega Francesca Antoniotti nel 2016. Anche il ministero degli Interni francese espresse disappunto per questi comportamenti, accompagnati va detto da applausi e risate in studio, e in un tweet ricordò che «baciare di forza una donna in una trasmissione televisiva o in qualsiasi altro contesto è un’aggressione sessuale punita per legge con pene fino a 5 anni di prigione e 75mila euro di multa».

 

Non solo: al termine di una trasmissione di Canal Football Club aveva pure sollevato la gonna di Portolano toccandole le natiche. Il tutto sarebbe avvenuto fuori onda ma davanti a colleghi e al pubblico dello show. Nelle sequenze del documentario tagliate, Ménès avrebbe ammesso «di non capire perché si fosse sentita umiliata». Sostenendo che il vero sessismo è «non poter più ridere con una donna». Una toppa peggio del buco.

Il MeToo francese nel giornalismo sportivo

Sull’onda del documentario di Canal+, 150 giornaliste sportive francesi e aspiranti tali hanno creato un collettivo firmando una sorta di manifesto su Le Monde in cui tra le altre cose hanno denunciato la disparità di trattamento con in colleghi uomini: il tempo di parola concesso alle croniste sportive nel 2020 era stato solo del 13 per cento del totale. «Lo sport non appartiene agli uomini», scrivevano le firmatarie, «vogliamo essere in prima linea per raccontare, commentare, analizzare e dirigere. Non è più accettabile che ci si consideri inferiori. Come non è più accettabile che nel 2021 lo sport venga trattato dagli uomini, per gli uomini».

I cori verso Diletta Leotta e lo scivolone di Collovati

E in Italia? Si ricordano ancora i cori tutt’altro che edificanti rivolti a Diletta Leotta, conduttrice di DAZN, da parte dei tifosi del Napoli due anni fa. Lei rispose mostrando alla curva il pollice verso e continuando la sua diretta. E pure l’uscita infelice di Fulvio Collovati che nel febbraio 2020 durante un collegamento con una delle inviate nei campi di Serie A di Quelli che il calcio su RaiDue arrivò a dire: «Scusate, posso dire una cosa a Sara, che tra l’altro è un’amica e una ragazza molto simpatica? Io quando sento una donna, che poi è anche la moglie di un calciatore, parlare di tattica mi si rivolta lo stomaco. Non ce la faccio». L’allora ad della Rai Fabrizio Salini gli inflisse un “daspo” di due settimane dai programmi della tv pubblica. Chissà se anche questo «aiuta a crescere».

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