Green Pass, superata quota 100 milioni di download

Redazione
17/10/2021

Accelerazione a cavallo di venerdì 15 ottobre, giorno in cui è entrato in vigore l'obbligo di certificazione verde sul luogo di lavoro.

Green Pass, superata quota 100 milioni di download

Dopo l’accelerazione degli ultimi giorni, i Green Pass scaricati dalla piattaforma nazionale del Governo hanno superato quota 100 milioni. Per la precisione 100.595.790, dato del 16 ottobre come reso noto dal Ministero della Salute. Il balzo più significativo si è avuto il 14 ottobre, dunque alla vigilia della data in cui la certificazione verde è diventata obbligatoria per tutti i lavoratori. Dall’avvio dello “sprint”, nel giro tre giorni ne sono stati scaricati ben 2,5 milioni, tra completamenti della vaccinazione, tamponi negativi e attestazioni di guarigioni.

Green Pass, la preoccupazione di Unimpresa

Scaricato in abbondanza, certo, ma non amato da tutti il Green Pass. Al centro di proteste nelle piazze e nei porti d’Italia, non è necessariamente legato al vaccino, dato che si può ottenere anche tramite l’esito negativo del tampone: l’unico modo che hanno i no vax per accedere ai luoghi di lavoro. Con costi enormi da sostenere. Qualche giorno fa, una circolare del Viminale aveva invitato le imprese a offrire ai dipendenti, se possibile, test gratuiti. Esattamente questo il tema di una nota diffusa il 17 ottobre da Unimpresa. «Il Governo non ha tenuto nella giusta considerazione i costi dei tamponi che, in una percentuale non irrilevante, saranno gioco-forza a carico delle aziende. Calcolando una media di circa 200 euro al mese per 14 test al costo unitario di 15 euro, una piccola azienda potrebbe essere costretta a sobbarcarsi una spesa di diverse migliaia di euro», si può leggere nel comunicato dell’associazione che rappresenta le micro, piccole e medie imprese italiane: «L’obbligo di Green Pass ha, di fatto, creato una netta distinzione per le lavoratrici e per i lavoratori non vaccinati, specie quelli più contrari ai test effettuati per verificare l’eventuale positività al Covid: da una parte i dipendenti indispensabili, in relazione ai quali le aziende e, più in generale, i datori di lavoro, nella oggettiva difficoltà di sostituirli, saranno sostanzialmente obbligati a farsi carico dei tamponi; dall’altra quelli sostituibili o non indispensabili che rimarranno a casa senza percepire la retribuzione».