In attesa di capire come funzionerà il Green Pass, che dovrebbe entrare in vigore lunedì 26 luglio, a tenere banco è la scuola. Settembre è, infatti, alle porte e con l’autunno arriverà anche il rientro fra i banchi. Proprio negli istituti il dubbio è che possano nascere focolai da Covid, alimentati dalla velocità di diffusione della variante Delta. I contagi, infatti, sono in aumento e la fascia di età di chi contrae il virus pare abbassarsi sempre più.
La campagna di vaccinazione di massa e la riduzione della curva epidemiologica, fino a qualche settimana fa avevano fatto pensare si potesse arrivare ad accantonare definitivamente la didattica a distanza e tornare a pieno regime con le lezioni in presenza. Oggi, con il quadro, in costante aggiornamento le previsioni sono un po’ meno ottimistiche. Per questo nella giornata di ieri i presidi si sono fatti promotori di una richiesta che prevedesse l’obbligo della vaccinazione per il personale scolastico globalmente inteso, dai docenti, agli impiegati amministrativi passando per i bidelli.
Scuole, presidi: «Vaccino obbligatorio per il personale scolastico»
«Per riaprire gli istituti in presenza e in totale sicurezza serve l’obbligo del vaccino per il personale scolastico», ha gridato a gran voce l’Anp, l’Associazione Nazionale Presidi, in attesa del primo incontro al ministero in vista dalla riapertura delle scuole. «In questo modo non bisognerebbe applicare il distanziamento, che necessita invece della disponibilità di spazi».
«Mi rifaccio al parere del Comitato Tecnico Scientifico», ha dichiarato in un’intervista a Rainews24 Antonello Giannelli, presidente dell’Anp. «Occorre una totalità o quasi dei vaccinati per riprendere in sicurezza. Se le percentuali dovessero tardare ad alzarsi, l’introduzione di una forma di obbligo potrebbe essere la scelta più giusta». Un ritardo che, secondo Giannelli, non deve essere attribuito alla refrattarietà da parte degli insegnanti, quanto piuttosto alla pubblicità negativa fatta ad alcuni vaccini, tra cui AstraZeneca.
Scuole, anche le regioni con i presidi
Favorevoli alla «forte raccomandazione alla vaccinazione per il personale scolastico e universitario, sia docente che tecnico-amministrativo» sono anche le Regioni che, nel corso della riunione convocata ieri dal presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga hanno richiesto «un’estensione dell’obbligo di certificazione verde, modulato sulla base del contesto epidemiologico territoriale». La richiesta delle Regioni è quella che, in caso di focolaio, solo coloro che sono dotati di Green Pass possano continuare in presenza, mentre per gli altri ci sarebbe la Dad.
Per far questo però è necessario intensificare la vaccinazione nella fascia fra i 12 e i 18 anni e in generale per gli Under 30, ancora ben lontani dal raggiungere dati confortanti. Secondo gli ultimi numeri, infatti, solo l’11,35 per cento dei giovani in età scolare è vaccinato completamente, mentre il 17,13 per cento è in attesa della seconda dose: il restante 71,52 per cento non ha ancora messo piede negli hub vaccinali. Va un po’ meglio nella fascia successiva, quella fra i 20 e i 29 anni: qui quasi il 27 per cento è stato immunizzato, mentre il 25,55 è in attesa del richiamo. Il 45,47 per cento però ancora non ha ricevuto nemmeno la prima dose. La vaccinazione degli studenti continua ad essere caldamente sostenuta dal Cts, che la ritiene condizione imprescindibile per un ritorno alla normalità. Di parere opposto numerosi scienziati, che in diverse occasione ne hanno illustrato i rischi.
Scuole, obbligo vaccinale: la politica si spacca
Intanto, la politica è spaccata, con gli esponenti dei principali partiti della maggioranza che si danno battaglia a colpi di tweet e interviste. «Si può consigliare agli insegnanti di farsi vaccinare, non obbligarli», ha dichiarato il leader della Lega Matteo Salvini ospite nei giorni scorsi a Quarta Repubblica. «I numeri dimostrano che nessun minorenne è morto fino ad ora di solo Covid. E gli insegnanti non vaccinati, chi potrebbero mai infettare? I minorenni appunto». Il leader del Carroccio ha poi rincarato la dose su Twitter: «L’85 per cento di docenti e personale scolastico ha già fatto la prima dose di vaccino, entro settembre si stima di arrivare oltre il 90 per cento di copertura (volontaria). Che senso ha parlare di obblighi?».
L’85% di docenti e personale scolastico ha già fatto la prima dose di vaccino, il 78% ha già completato il ciclo (dati al 16/07), entro settembre si stima di arrivare oltre il 90% di copertura (volontaria). Che senso ha parlare di obblighi o licenziamenti a scuola?
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) July 19, 2021
Contrario alla vaccinazione obbligatoria è anche il partito di opposizione Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che non ha usato mezzi termini nemmeno per il Green Pass in tutti i luoghi pubblici, parlando di «una mazzata economicida» per la nazione. «Io mi vaccinerò», ha detto la Meloni, «ma ho dubbi sull’immunizzare i miei bambini».
Chi è favorevole all’obbligo vaccinale per il personale scolastico
È scontro in questo campo con il segretario del Pd Enrico Letta, il quale avverte: «Salvini ride e scherza sui vaccini, è un irresponsabile. Le vaccinazioni sono una priorità assoluta, invitiamo il governo a prendere iniziative stringenti. Io sono per l’obbligo». Favorevole a un’imposizione per docenti e personale Ata anche Matteo Renzi: «Appoggio pienamente il Green Pass. Occorre l’obbligo vaccinale del mondo sanitario e di quello scolastico».
Intanto, è atteso per il prossimo 27 luglio un incontro tra il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e i sindacati, in cui probabilmente si discuterà in modo più preciso dell’utilizzo del Green Pass nel settore scolastico.