Se la mountain bike per voi è troppo estrema e la bici da corsa poco emozionante, la risposta che cercate è la gravel bike. Tradotto dall’inglese significa bici da ghiaia. Tradotto in pedalata? Il giusto mix tra avventura e tecnica. Questo tipo di bicicletta smussa la natura estrema della mountain bike e rende più comoda la bici da corsa della quale conserva il tipico manubrio a piega. Così è possibile abbandonare l’asfalto (e il traffico) grazie a gommature più generose. Non solo: complici geometrie più rilassate rispetto alla cugina da strada, ci si possono godere intere giornate in sella.
Outfit più comodo e casual
Anche l’outfit è decisamente più casual e comodo (ma senza rinunciare alle necessarie imbottiture): siate pronti a dire addio ai completi fascianti e iper-tecnici della bici da corsa. L’ansia da prestazione e l’occhio fisso sulla media oraria lasciano spazio a un approccio teso a valorizzare il percorso e la natura. Dopotutto, “Life is a journey, not a destination”.
Tutto comincia nel 2006 con la DK200
Frutto del desiderio di libertà di alcuni ciclisti attratti dagli spazi sconfinati del Midwest americano, la disciplina gravel nasce ufficialmente nel 2006 in Kansas con la prima edizione della Dirty Kanza 200 (DK200), evento endurance rivolto a un ristretto pubblico locale. Solo 18 dei 34 partecipanti chiusero le 200 miglia (324 km) del percorso fuoristrada. Più che la posizione sul podio, contava raggiungere il traguardo. Al tempo, però, non esistevano ancora bici dedicate. Per questo, facendo di necessità virtù, artigiani e appassionati si diedero da fare adattando i telai da ciclocross. E così è stato per diversi anni: mentre un mondo nuovo prendeva corpo, tutte le maggiori case produttrici restavano fuori dai radar. Ora le cose sono cambiate. Nel 2019, all’ultima edizione disputata della DK200, ben 870 dei 1.196 partecipanti hanno percorso interamente le 200 polverose miglia. L’evento si è trasformato in un festival di tre giorni e al programma originale sono state aggiunte altre gare su diverse distanze, a partire dalla 25 miglia: il numero totale degli iscritti adesso supera quota tremila. Anche il mercato ha cominciato a comprendere il vero potenziale del settore, tanto che ora ogni produttore ha in catalogo uno o più modelli dedicati e non a caso quello delle gravel bike è uno dei segmenti più promettenti. Seguito come si può intuire da quello delle e-bike. Tanto che stanno spuntando le e-gravel.