Compra e vince al Gratta e Vinci, ma rischia di essere truffato. Si potrebbe riassumere così la storia capitata a un 59enne milanese un anno fa, ma non basterebbe. La vicenda richiama il caso del tabaccaio napoletano scappato con un prodotto simile dopo averlo rubato a una signora, anche se questa è ancora più articolata. L’uomo, infatti, si è recato in tabaccheria dopo aver vinto 100mila euro. Ha consegnato al tabaccaio il prodotto e quest’ultimo, 46enne di origini cinesi da tutti chiamato Enzo, ha tentato di truffarlo con la scusa di controllare l’effettiva vincita. Ha provato, infatti, a consegnare 7.800 euro in contanti sostenendo che la vincita fosse da 10mila e non da 100mila euro, per poi provare a intascare il biglietto. Ora è indagato insieme alla moglie.

10mila euro invece di 100mila: indagato per truffa aggravata
Il cinese soprannominato Enzo ha tentato il colpo grosso ai danni del 59enne effettivo vincitore del Gratta e Vinci. Dopo aver controllato, infatti, ha cercato di convincerlo che si trattasse di una vincita da 10mila euro, diventati 7.800 al netto delle tasse. Una somma mostrata lì al cliente, in contanti, sperando che quest’ultimo abboccasse per poi tenere per sé il biglietto. Così non è stato e la vicenda è deflagrata in denunce e indagini. Tutto fermo da un anno: il 46enne proprietario del bar tabaccheria in periferia a Milano adesso è indagato per truffa aggravata. Insieme a lui anche la moglie di 36 anni per ricettazione.

Il Gratta e Vinci: 2.000 euro moltiplicato per 50
Per sua fortuna, la vittima non c’è cascata. La ricostruzione del pm Cristian Barilli parla di un ticket in cui è apparsa la cifra di 2.000 euro. «Ho grattato ed è apparso il 50 per duemila», avrebbe dichiarato il 59enne milanese agli investigatori. Per esserne sicuro è andato dal tabaccaio, che dopo il controllo lo ha invitato nel retrobottega dove gli ha proposto banconote per 7.800 euro contanti. A questo ha aggiunto un avvertimento di «non dire niente», con la scusa che non si potrebbe fare. Intanto sottrae il biglietto, che poi la moglie ha provveduto a versare sul proprio conto. Adesso anche la cifra è stata sequestrata e sarà restituita soltanto alla fine del processo. Si parla di poco più di 80mila euro, la vincita al netto delle tasse.