Granarolo, feti e altri resti umani nei barili dei rifiuti: cosa sappiamo
Dovrebbero provenire da una struttura universitaria di Bologna, dove erano stati conservati per motivi di ricerca. Il proprietario del magazzino: «Non sapevo del loro contenuto».
Scoperta choc a Granarolo dell’Emilia, in provincia di Bologna, dove sono stati rinvenuti feti e altri resti umani all’interno di barili di rifiuti industriali, che si trovavano in un deposito. La scoperta è stata fatta da un giovane, che raccoglie ferro con il suo camioncino nelle aziende della zona, chiamato dal titolare di una società che si occupa di svuotare cantine e magazzini.
Feti e resti umani nei barili dei rifiuti, la scoperta
Dopo averne aperto solo uno, per cercare di cosa contenessero quei 40 bidoni accatastati contro il muro del capannone di Granarolo, insieme ad altri rifiuti ferrosi, il ragazzo ha fatto la macabra scoperta, allertando poi subito la polizia, arrivata sul posto con la squadra mobile, la scientifica e i vigili del fuoco del nucleo Nbcr – Nucleare Batteriologico Chimico e Radiologico.

Feti e resti umani nei barili dei rifiuti, da dove arrivano
Come riporta Il Resto del Carlino, i feti e i resti umani proverrebbero da una struttura universitaria, probabilmente una biblioteca di anatomia, che li conservava per motivi di studio e di ricerca. Sarebbero dunque arrivati nel capannone di Granarolo dopo un trasloco, inseriti all’interno di bidoni, ma non si sa né come, né quando. «Non sapevo del loro contenuto», si è difeso il proprietario del magazzino. Anni fa c’è stata effettivamente a Bologna una ristrutturazione con sgombero dei locali di questo genere e, dunque, i bidoni sarebbero stati lì da molto tempo.

Feti e resti umani nei barili dei rifiuti, le ipotesi di reato
La vicenda ha sollevato sconcerto tra gli abitanti della zona, che poche sere fa hanno visto al lavoro le tute bianche degli uomini della scientifica e i vigili del fuoco. Appurato che non si trattava dell’opera di un serial killer o dell’operato di una clinica di aborti clandestini, l’allarme è rapidamente rientrato. Le ipotesi di reato non sono note, ma potrebbero spaziare dalla violazione del regolamento di polizia mortuaria allo smaltimento illegale di rifiuti biologici.