Il governo vuole riformare la Giustizia Sportiva ed evitare un nuovo caso Juventus. Il tema è quello delle penalizzazioni, che nell’idea del ministro dello Sport non dovrebbero più esserci a metà campionato, ma soltanto al termine della stagione e solo in caso di processi già conclusi con ogni grado di giudizio. La norma, inserita nel decreto legge che dovrebbe essere approvato domani, ha ricevuto però il no del Dagl, il Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio.

La norma voleva fermare le continue riscritture di classifica
Nelle ultime settimane, da molte parti sono piovute critiche al sistema giudiziario sportivo attuale, dopo i continui sbalzi di classifica vissuti non soltanto dalla Juventus, a cui sono stati tolti 15 punti, poi rimessi, e infine modificati in un -10, ma anche dalle altre squadre, dentro e fuori le coppe europee in base alla posizione dei bianconeri. Il Dagl, però, ha detto no. I tecnici che hanno supervisionato il testo del decreto, al cui interno ci sono anche altri provvedimenti fiscali, avrebbero manifestato dubbi, secondo quanto rivela Gazzetta dello Sport, perché la giustizia italiana risponde anche a quella sportiva internazionale, cioè al Cio, alla Uefa e alla Fifa.
Il Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio ha bloccato il provvedimento che rinviava al termine dell’ultimo grado di giudizio della giustizia sportiva il momento in cui rendere operative eventuali penalizzazioni in processi sportivi.
Pare non…
— Giovanni Capuano (@capuanogio) June 14, 2023
Gli altri provvedimenti: lotta alle plusvalenze e non solo
Nel decreto, però, sembrano ancora inseriti altri provvedimenti. Si parla soprattutto di lotta alle plusvalenze fittizie, ma è prevista la modifica del tetto dei mandati dei presidenti federali. Saranno tre, ma solo se consecutivi. Senza continuità, invece, se ne potranno fare di più. Sulle plusvalenze, invece, il governo tenta la via della tassazione: saranno validi ai fini fiscali solo i movimenti di cassa e non quegli scambi a costo zero tra società che sono stati registrati in diversi casi in Italia.
