Non ci sono solo i cambi di casacca di deputati e senatori. I passaggi di campo in politica riguardano anche staff e collaboratori di sottosegretari e ministri. Una tendenza molto evidente nel governo Meloni che per i comunicatori si è rivolto in molti casi a professionisti che avevano prestato servizio per esponenti politici di opposta fazione. Come anche Tag43 ha raccontato, lo scouting dei ministri del nuovo esecutivo di destra è stato parecchio travagliato. Da poco a Palazzo Chigi è arrivato come portavoce della presidente del Consiglio Mario Sechi, dopo aver superato sia le resistenze dello staff storico della premier sia i dubbi degli alleati. Ma non solo. Dopo solo poche settimane di servizio sono saltati i portavoce di tre ministri (Adolfo Urso, Gennaro Sangiuliano e Giuseppe Valditara, ma ci torneremo). Una spia di un problema, come raccontammo a inizio marzo.
Professionisti assunti a prescindere dalla provenienza politica
La ricerca di uffici stampa e portavoce (così come la formazione dei gabinetti) ha causato più di un grattacapo negli uffici dei ministri. A inizio avventura, dopo la vittoria delle Politiche, si raccontava nei corridoi come Palazzo Chigi monitorasse la situazione, in alcuni casi vagliando i curriculum dei candidati, in particolar modo dei comunicatori. Le linee per la chiamata degli staff erano due: alcuni, infatti, avrebbero preferito rivolgersi esclusivamente a professionisti d’area nell’ottica di evitare boicottaggi interni; mentre altri spingevano per avvalersi di professionisti, a prescindere dalla provenienza politica.

Con Lollobrigida due ex di area grillina, Pira e Carnevale
In questo quadro, alcuni ministri alla fine hanno addirittura scelto di rivolgersi a comunicatori che – solo fino a qualche mese fa – prestavano servizio per avversari politici, a volte anche contestatissimi. E così, il ministro dell’Agricoltura e colonna di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, ha preso nello staff due professionisti a lungo nel Movimento 5 stelle, di parrocchia Di Maio. Uno è Giacinto Pira, detto Gino, prima addetto stampa del M5s alla Camera (anche se nel cv fa riferimento solo a un generico «gruppo parlamentare» sbianchettando il passato grillino) e poi con Di Maio alla Farnesina (ma anche qui si fa menzione solo al «ministro degli Esteri»). L’altro è Luigi Carnevale, per molto tempo “l’uomo delle tivù”, cioè colui che sceglieva chi inviare negli studi televisivi e che rispondeva alla richiesta di ospitate, sempre per il Movimento 5 stelle; poi è stato al fianco di Di Maio nella campagna elettorale (piuttosto sfortunata) di Impegno civico.

Ciriani ha scelto Sabatino, a lungo con Carfagna
Il ministro per i Rapporti con il parlamento Luca Ciriani, invece, si è rivolto a una “fuoriuscita” dal centrodestra. La portavoce, infatti, è Carlotta Sabatino, a lungo a fianco di Mara Carfagna, prima da vice presidente della Camera e poi da ministra per il Sud nel governo Draghi in quota Forza Italia. La Carfagna è uscita dal partito di Silvio Berlusconi sbattendo la porta per traslocare in Azione, mentre Sabatino è rimasta al governo con l’esponente friulano di FdI.

Santoriello è passata per Pd, Italia viva e ora Lega con Locatelli
C’è poi Marina Santoriello, ora capo ufficio stampa della ministra leghista per le Disabilità Alessandra Locatelli. Prima nello staff di Luca Lotti (Partito democratico) al dipartimento per lo Sport, poi al ministero della Famiglia con Elena Bonetti (Italia viva) e infine con Locatelli (Lega). Tra le ultime arrivate figura anche Nicoletta Santucci, sbarcata al ministero del Turismo come portavoce di Daniela Santanchè. Dopo gli anni al servizio di Lorenzo Guerini (Pd) anche da ministro della Difesa, Santucci si è riciclata in fretta alla corte della colonnella di FdI. Discorso a parte per Raffaella Calandra. La giornalista di Radio 24 è rimasta al ministero della Giustizia, dove però è cambiato l’inquilino principale. Via Marta Cartabia, dentro Carlo Nordio, che potrebbe essere considerato un tecnico, comunque d’area centrodestra.

Nuovi arrivi: Stamegna al ministero per le Imprese
Un altro capitolo è da dedicare alle new entry. Già ricordata la tempesta che ha interessato il governo qualche settimana fa, al ministero per le Imprese è arrivato Giuseppe Stamegna (da Autostrade per l’Italia), dopo l’addio burrascoso di Gerardo Pelosi. Al Mimit, dall’agenzia Lapresse (che ha già fornito alla maggioranza la capo Ufficio stampa di Fratelli d’Italia alla Camera, Donatella Di Nitto), è arrivato pure Paolo Tavella. Gennaro Sangiuliano, invece, non ha sostituito Marina Nalesso, mentre Giuseppe Valditara ha chiamato da Aeroporti di Roma Francesco Albertario al posto di Giovanni Sallusti.

Martirano, ex Corriere, dalla Lamorgese alla Consulta
Infine Dino Martirano, storica firma del giornalismo parlamentare per il Corriere della Sera, è diventato il nuovo responsabile della comunicazione della Corte costituzionale dopo l’esperienza al Viminale con Luciana Lamorgese. Mentre Chiara Muzzi (nello staff comunicazione di Pierluigi Bersani ai tempi della segreteria Pd, poi portavoce del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi nel governo dem-M5s e addetta stampa della sottosegretaria al ministero dell’Economia dell’esecutivo Draghi, Maria Cecilia Guerra) è diventata portavoce dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb).