Il sacrificio del governo Draghi in cambio della scommessa sulla lista unica, Lega e Forza Italia, per mettersi alle spalle Giorgia Meloni. Una mossa maturata nei giorni scorsi, che potrebbe tradursi in un azzardo visti anche i tempi stretti per prepararsi alle elezioni. Eppure la linea di Silvio Berlusconi ha convinto la stragrande maggioranza dei parlamentari di Forza Italia, compresi i più riottosi, a chiudere la legislatura in anticipo.

Con la lista unica insieme con la Lega, Forza Italia cerca di superare Fratelli d’Italia
Il progetto è senza dubbio ambizioso e inevitabilmente rischioso: la presentazione di una lista unica con la Lega per diventare la prima forza di centrodestra, capace di prendere più voti di Fratelli d’Italia. Di fatto la nascita della federazione, tante volte ventilata. Questa è la carta che, secondo quanto apprende Tag43, avrebbe calato sul tavolo il Cav per diradare i dubbi sul ritorno alle urne. Ed è l’idea che Matteo Salvini ha usato per spingere Berlusconi ad accelerare sulla crisi di governo, arrivando alla rottura con il presidente del Consiglio. Il consolidamento dell’asse è infatti un dato chiaro sotto gli occhi di tutti: il “centrodestra di governo” ha parlato all’unisono, bypassando i distinguo emersi nelle ultime settimane.

La presa di distanza di Mara Carfagna
Così i primi a lasciare sono stati i ministri Mariastella Gelmini (resta alle cronache lo scontro con Licia Ronzulli che le avrebbe detto: «Vai a piangere da un’altra parte e prenditi lo Xanax») e Renato Brunetta, insieme con il senatore Andrea Cangini che ha garantito la fiducia nel voto a Palazzo Madama. Tuttavia, non c’è stata alcuna scissione consistente in termini numerici, come pure si paventava. In serata pure Mara Carfagna, da sempre fedele alla linea governista, ha annunciato di voler «prendere le distanze» dal suo partito e di voler avviare «una serie riflessione politica».

Gli azzurri mirano a qualche poltrona di peso
La lista unica garantirebbe una trattativa alla pari tra i principali partiti, Forza Italia non sarebbe la stampella della Lega. Almeno questo è l’intento. Poi ogni aspetto è da valutare. «Si rimescola tutto con la federazione», è da sempre la convinzione di chi si dice favorevole all’iniziativa. In questo senso gli azzurri potrebbero ambire a un ruolo di primo piano, con pari dignità rispetto agli alleati e non come il junior partner della coalizione. La presentazione delle singole liste, seppure in un’alleanza, avrebbe questo effetto: i forzisti finirebbero per essere il terzo partito, con il pericolo di non raggiungere nemmeno il 10 per cento. Difficile che gli azzurri possano rivendicare Palazzo Chigi, sempre in caso di eventuale vittoria. Ma le fonti interpellate da Tag43 osservano: «Forza Italia potrebbe sicuramente esprimere un vicepremier e ottenere ministeri di peso».

Il rischio di un trappolone: senza governo e stampella della coalizione
Un’operazione che, a leggerla così, sembra win-win. Eppure qualche ombra persiste: la prima riguarda i tempi tecnici per completarla. Con il ritmo serrato, che prevede un voto già a settembre, i contrassegni devono essere presentati nella prima settimana di agosto. Significa, quindi, che il simbolo da proporre agli elettori è praticamente già pronto, benché coperto. «La comunicazione ufficiale ai gruppi di questo progetto non c’è stata», riferisce un deputato di Forza Italia. Insomma, la questione resta tutta sul livello informale. Tanto che qualcuno teme l’eventuale trappolone: «Non vorremmo che alla fine saltasse tutto. Ci ritroveremmo senza governo e con poche possibilità di contare nella coalizione». Il tema non è comunque solo legato ai tempi tecnici in vista delle elezioni. C’è un aspetto più politico: la necessità di sopravanzare Fratelli d’Italia. I sondaggi indicano il partito di Giorgia Meloni tra il 22 e il 23 per cento, mentre la Lega è assestata tra il 14 e il 15 per cento e Forza Italia è in una forchetta che va dal 7 al 9 per cento nella migliore delle ipotesi. Nemmeno la somma delle due forze potrebbe rivelarsi utile a conquistare il primato nell’ambito del centrodestra.
