L’aveva voluta con tutte le forze e alla fine se l’è presa. A 23 giorni dall’infortunio di Cortina, Sofia Goggia si mette al collo la medaglia d’argento nella discesa libera di Pechino. All’Olimpiade ci era arrivata all’ultimo istante travolta dai dubbi, ma spronata da un’immensa forza di volontà. Lo aveva scritto ieri su Instagram, lo ha urlato al termine della sua prova, una volta giunta al traguardo con il miglior tempo provvisorio. Dietro di lei, le altre azzurre per una giornata che sarebbe potuta essere addirittura migliore. Quattro minuti dopo, la svizzera Corinne Suter le ha soffiato il primato, questione di 16 centesimi. Un attimo di rammarico, poi la consapevolezza di aver scritto la storia. Esserci, d’altronde, era già un’impresa, chiudere al secondo posto l’ennesimo sogno trasformato in realtà dalla 29 enne bergamasca. Il bronzo l’ha conquistato Nadia Delago, classe 1994 da Bressanone, ed è un altro primato: mai due azzurre erano finite sul podio dei giochi nella discesa libera.
PIU’ FORTE DI TUTTO! 🔥
Ventitré giorni dopo la terribile caduta di Cortina, Sofia #Goggia è sul podio olimpico 🥈 di #Beijing2022. MI-TO-LO-GI-CA! 🇮🇹#ItaliaTeam #AlpineSkiing @Fisiofficial pic.twitter.com/OEg7CTNtVt
— CONI (@Coninews) February 15, 2022
Dalla diagnosi dell’infortunio all’argento olimpico, la rincorsa di Sofia Goggia
Distorsione al ginocchio sinistro, parziale lesione del legamento crociato e microfrattura del perone. Questo recitava un referto pesante, al punto da indurre i vertici del Coni a cambiare portabandiera, assegnando l’incarico all’amica Michela Moioli. La storia sembrava ripetersi per la bergamasca in forza alle fiamme gialle, già costretta un anno fa a saltare i mondiali di Cortina per l’ennesimo infortunio. Ma stavolta doveva andare diversamente. Il tempo di lamentarsi non c’era, Goggia si è messa immediatamente al lavoro, tentando un recupero a detta di molti impossibile. «Perché da quando sono bambina, non c’è altro posto in cui sarei voluta essere». Così, il 6 febbraio è arrivata a Pechino, venerdì scorso, visibilmente frenata, ha testato la pista, finendo col 12esimo tempo. Quarta nella prova di ieri, quando la musica era già visibilmente diversa. Ho ancora margine, aveva detto. Lo fa sempre se ha in serbo una sorpresa. Ce l’aveva eccome. Ma lo sci alpino esulta, anche perché dietro Sofia c’è un movimento altrettanto promettente. Tre atlete nelle prime cinque. Elena Curtoni scesa col pettorale numero uno era rimasta a lungo in testa, superata solo dalla connazionale Delago. Poi Sofia a disegnare un podio tutto azzurro, ma destinato a cambiare. In mezzo, anzi più in alto di tutte si è infilata Corinne Suter, campionessa – doveroso precisarlo – di livello assoluto. E la classifica assunto la fisionomia finale, regalandoci una giornata da raccontare.
