Giuliana De Sio: «Mia madre aggressiva e alcolizzata, scappai per salvarmi»
L'attrice ha rivelato come ha trascorso la sua infanzia e la sua giovinezza, abbandonando la madre alcolizzata e intraprendendo la sua carriera
Giuliana De Sio nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere ha voluto parlare del difficile rapporto che ha sempre avuto con la madre. Ecco quello che ha raccontato.
Il racconto di Giuliana De Sio
L’attrice dal carattere forte in realtà è stata cresciuta solo dalla madre. Infatti, il padre avvocato ha abbandonato lei e la sorella Teresa De Sio quando erano ancora bambine. In merito al rapporto familiare, l’attrice ha detto nel corso della sua intervista: «Una famiglia difficile. Mio padre, avvocato, se ne andò di casa molto presto, quando mia sorella Teresa ed io eravamo bambine. Mia madre, laureata in medicina, senza aver mai praticato la professione, cominciò a bere».
Continuando poi, l’attrice si è soffermata sulla madre: «Era una donna infelice, una delle più infelici che abbia mai conosciuto. Difficile stare vicino a una persona alcolizzata, che oltretutto è tua madre. La mattina, fino a una certa ora, era ancora lucida, e mi pareva di intravedere in lei una mamma come tante altre, diciamo normale. Poi iniziava a bere birra, diventava aggressiva, sgradevole, solitaria, chiusa in sé stessa, e non era più mia madre. Io facevo uno slalom, tra i suoi momenti di lucidità e quelli in cui era fuori di testa, per instaurare un possibile rapporto con lei. Il bello e il brutto, li affrontava bevendo. Quando me ne andai via, ne soffrì molto, ma non avevo altra scelta, non vedevo l’ora di abbandonare tutta quella pesantezza, e mi sono salvata».
La lotta al Covid dell’attrice
Anche recentemente l’attrice ha affrontato un momento difficile. Nel dettaglio, ha dovuto affrontare il Covid-19. Al riguardo, Giuliana De Sio ha detto: «Era il febbraio 2020, inizio pandemia, non ancora vaccinata, sono stata contagiata probabilmente perché giravo con la compagnia nei teatri di tutta Italia. Un’esperienza traumatica, distopica. Sono finita con urgenza allo Spallanzani, chiusa in una stanza, una cella, senza capire cosa mi stesse accadendo, né sapere cosa succedeva fuori, perché nessuno poteva venire a trovarmi».
«Poi in camera arriva un televisore, vedo la tragedia, le file di bare, e ho capito che di quella cosa potevo morire. Nella mia vita sono sopravvissuta a tante cose, pure stavolta ce l’ho fatta… devo avere una buona fibra» così ha concluso l’attrice.