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L’esordio di Giuli al Maxxi, l’indole leghista di Rampini e altre pillole del 13 dicembre

Debutto di Giuli al Maxxi con l’Ansa, e qualcuno quasi si genuflette. A giudicare dalle pagine del suo libro, Rampini sui meridionali la pensa come i leghisti della prima ora. Orban che ospita il concerto croato a Roma, De Sica nei guai per il vino, l’enoteca di Vespa e altre chicche di Tag43.

13 Dicembre 2022 13:15 Luca Di Carmine
L'esordio di Giuli al Maxxi, l'indole leghista di Rampini e altre pillole del 13 dicembre

Primo giorno al Maxxi per Alessandro Giuli, lunedì 12 dicembre. L’istituzione culturale romana che era stata presieduta da Giovanna Melandri ha ora una nuova guida, e il battesimo è avvenuto con la presentazione del nuovo Photoansa, edizione 2022. Per il libro delle immagini dell’anno dell’agenzia Ansa c’erano il presidente del Senato della Repubblica Ignazio La Russa e il ministro Andrea Abodi, tra gli altri. Al passaggio di Giuli quasi si genuflette il segretario generale del Maxxi Francesco Spano, che era stato scelto dalla Melandri. A proposito di quest’ultima, nella mattinata di lunedì è stata vista in “zona Nazareno”, dove ha la sede il Partito democratico di Enrico Letta.

Alessandro Giuli verso la presidenza del MAXXI. Il giornalista, volto noto dei talk politici, prenderà il posto di Giovanna Melandri.
Alessandro Giuli (Facebook)

Rampini super leghista? A giudicare dal suo libro…

Federico Rampini super leghista? A sentire un esponente del Carroccio sembra proprio di sì. E per confermare l’affermazione legge una pagina del nuovo libro di Rampini, Il lungo inverno, pubblicato da Mondadori, dove l’autore racconta il suo viaggio nelle fabbriche compiuto quando lavorava per Rinascita, settimanale del Partito comunista italiano, per descrivere l’ambiente nel quale nasceva il terrorismo. Cosa scrive? La violenza «era opera di immigrati meridionali che avevano portato con sé un’eredità culturale di ribellismo plebeo, cultura anti-industriale, ostilità allo Stato e alle istituzioni repubblicane. Mascheravano con il linguaggio del marxismo e della lotta di classe pratiche ancestrali di banditismo e camorrismo. Per loro, l’impresa non poteva essere riformata, perché ogni forma di capitalismo era sinonimo di sfruttamento criminale. La loro era una cultura antimoderna, la cui vittoria avrebbe condannato l’Italia a rimanere un Paese sottosviluppato per sempre, ma della quale non si sono mai perse le tracce, neanche mezzo secolo dopo». Il leghista chiude il libro e dice: «Se lo diciamo noi, oggi, ci linciano. E anche 30 anni fa rischiavamo tantissimo. Ma oggi lo scrive Rampini». A proposito, il testo si trova a pagina 28.

Chi è Federico Rampini, giornalista inviato de La Repubblica e del Corriere della Sera, e chi sono sua moglie e i suoi figli. 
Federico Rampini.

Orban ospita il concerto croato a Roma

Si parla tanto di Ungheria, in Europa, per le posizioni di Viktor Orban, e della Croazia, che al Mondiale di calcio in Qatar sta andando avanti battendo le nazioni giganti nel pallone (in tutti i sensi). Bene, a Roma l’ambasciata di Croazia fa sapere che il concerto di Natale dell’Associazione Mosaico Italo-Croato si terrà nella sede dell’Accademia di Ungheria, nello splendido Palazzo Falconieri di via Giulia. Contenti?

Il Parlamento Europeo ha condannato l'atteggiamento dell'Ungheria accusandola di continuare a minare i valori europei. 
Viktor Orban. (Getty Images)

De Sica rischia grosso con la battuta sul vino

Christian De Sica rischia grosso per una battuta presente nel trailer del suo nuovo film Natale a tutti i costi, su Netflix a partire dal 19 dicembre. C’è in una scena un vino abruzzese e alla domanda «com’è?», l’attore risponde: «Una merda». «Il cinema è cultura e va tutelato ma anche il lavoro dei viticoltori abruzzesi, che da decenni immettono sui mercati etichette tra le più premiate a livello nazionale e internazionale, merita di essere ben raccontato e non deriso o sminuito», ha detto Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio di tutela dei Vini d’Abruzzo, sottolineando che «c’è ancora tempo per cambiare questa infelice battuta prima dell’uscita del film, vogliamo tutti far emozionare il pubblico, chi con il calice chi con il cinema, senza denigrare il lavoro di nessuno, ne sono sicuro». Parole dette insieme a Enrico Cerulli Irelli, presidente del Consorzio delle Colline Teramane Docg. E quella dei Cerulli Irelli è una dinastia di giuristi finissimi, principi del foro.

Bruno Vespa e i colleghi produttori Gaja e Antinori

Bruno Vespa vuole dettare la linea anche sul vino: dopo la terza Camera di Porta a porta, ecco la prima enoteca. E afferma, sul tema del mercato del nettare di Bacco: «Fare squadra è quello che ci manca, dobbiamo smettere di vendere a prezzi bassi, perchè meritiamo i prezzi più alti, per la nostra qualità. Quando avremo fatto questo, non ci saranno più problemi e timori nel comunicare marchi e territorio anche in tivù, dove oggi non avviene. In 15 anni nelle mie trasmissioni ho invitato solo due produttori, Angelo Gaja e Piero Antinori». Due colleghi…

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