Una grande vittoria contro la mafia, così è possibile definire l’arresto di Messina Denaro e del suo autista, Giovanni Luppino. L’autista di Messina Denaro è tra gli uomini storici della consorteria mafiosa del Trapanese. Giovanni Luppino accudiva e accompagnava il boss per i suoi affari.

Chi è Giovanni Luppino, l’autista di Matteo Messina Denaro
Gli inquirenti siciliani possono festeggiare per l’arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro, ma hanno individuato e fermato la rete di protezione del superlatitante arrestando anche Giovanni Luppino. Inoltre, la polizia ha confermato che a garantire la latitanza del boss erano sempre stati gli uomini storici della consorteria mafiosa del Trapanese, associazione in cui Messina Denaro aveva compiuto tutta la sua carriera criminale.
Giovanni Luppino, l’autista che è stato arrestato, è originario di Campobello di Mazara, nel cuore del Trapanese. Infatti la famiglia Luppino è considerata da sempre il braccio operativo del boss latitante. Otto anni fa, nel 2014, un maxi sequestro destabilizzò le attività economiche dei Luppino nel settore dell’energia eolica, un ramo considerato fondamentale nelle attività imprenditoriali di Messina Denaro, quello che gli forniva flussi costanti di denaro necessari per la sua latitanza.

Il «business» della famiglia Luppino
La famiglia Luppino possedeva imprese edilizie e aziende produttrici di olio. Inoltre la famiglia era specializzata nel settore eolico, con finanziamenti italiani ed europei, da anni un business per la mafia 2.0. Grazie al sequestro del 2014 venne preso un cugino del superboss, Mario Messina Denaro, e il capocosca di Mazara, Francesco Luppino familiare di Giovanni, l’uomo che aveva accompagnato questa mattina nella clinica il boss.
Molto probabilmente, l’individuazione di Giovanni Luppino potrebbe essere stata fondamentale per confermare il blitz. Gli stessi uomini che erano incaricati sugli affari imprenditoriali di Messina Denaro si occupavano dunque della sua «security»: una violazione delle regole di comportamento del latitante, forse resa inevitabile dalla progressiva riduzione della rete di appoggio.