Donzelli, chi è il braccio destro di Meloni nuova grana per il governo

Paola Alagia
01/02/2023

Fedelissimo di Giorgia Meloni e uomo chiave di FdI, il toscano Donzelli vanta una lunga militanza nella destra. A partire dal Fuan per arrivare ad Azione Giovani. Vicepresidente del Copasir e commissario del partito a Roma in funzione anti-Rampelli, ora con la sua uscita su Cospito e i dem mette in imbarazzo il centrodestra. Il profilo.

Donzelli, chi è il braccio destro di Meloni nuova grana per il governo

Strano, ma vero. Proprio il fedelissimo di Giorgia Meloni, l’uomo a cui la leader di FdI e presidente del Consiglio ha affidato le chiavi del partito, in un colpo solo  sul caso Cospito e le accuse rivolte ai dem, è riuscito a mettere in difficoltà Fratelli d’Italia e a ricompattare le opposizioni, in primis Pd ed M5s. Roba da far ‘rosicare’ tutti i fan dell’ormai defunto campo largo, verrebbe da dire. Si tratta di Giovanni Donzelli, fiorentino, classe ’75, parlamentare alla seconda legislatura e vicepresidente del Copasir.

Donzelli, tra Minnie e monaco di destra

Non nuovo, in realtà, agli scivoloni. Uno in particolare gli ha fatto guadagnare l’appellativo di “Minnie”, la celebre compagna di Topolino. Un “titolo” che si è conquistato sul campo. Impegnato a spalleggiare il collega di partito, il viceministro Galeazzo Bignami, finito al centro della bufera politica per una foto circolata nel 2016 che lo ritraeva nei panni di un gerarca nazista a una festa privata, infatti, Donzelli ha pensato bene di prodursi in una difesa che ha del surreale: «Io mi sono vestito da Minnie a Carnevale», ha detto, «vuol dire che sono Minnie?». Da qui il soprannome col quale ogni tanto gli oppositori lo apostrofano. Non il solo in realtà: è stato ribattezzato anche “monaco di destra”, come ricostruisce il Corriere della Sera, a quanto pare perché «la sera torno sempre a casa per cena: sennò Roma, lontano dalla famiglia, ti risucchia, è meglio così».

Donzelli, chi è il braccio destro di Meloni che imbarazza il centrodestra
Giovanni Donzelli e Giorgia Meloni nel 020 (Getty Images).

La nomina a commissario FdI a Roma in funzione anti-Rampelli

Eppure, Donzelli, sposato e padre di due figli, gode della massima fiducia di Meloni. Basti pensare che, oltre ad affidargli le chiavi del partito, la premier gli ha da poco messo in mano anche la Federazione di Roma di Fdi in qualità di commissario. Un incarico da “epurator” non da poco, visto il passaggio di testimone con un rampelliano doc come Massimo Milani e il consolidato peso specifico di Fabio Rampelli nella Capitale. Una forza che difficilmente i rapporti tesi con la leader riusciranno a ridimensionare. Le sue qualità, d’altronde, il parlamentare toscano a capo dell’organizzazione del partito sul territorio, le ha già dimostrate. Con il suo fare sbarazzino, è stato lui il deus ex machina di iniziative importanti come la kermesse di Atreju o l’evento in piazza Duomo a Milano prima delle Politiche. Un ruolo da uomo macchina che gli si attaglia alla perfezione, come ha spiegato Donzelli stesso in un’intervista al Corsera. I suoi desiderata, e cioè non ambire a ruoli di governo, ma voler continuare a occuparsi del partito, li aveva espressi direttamente a Giorgia Meloni ed è stato accontentato. Il motivo? Perché «il partito deve continuare a essere la base di tutto, specie ora che siamo al governo e che dovremo prendere decisioni che non sempre porteranno consenso “ora e subito”».  Parole quasi profetiche, visto che nei primi 100 giorni di vita l’esecutivo si sta già misurando su questioni chiave, dal caro bollette alle proteste dei benzinai.

Donzelli, chi è il braccio destro di Meloni che imbarazza il centrodestra
Giovanni Donzelli (da Fb).

Dal Fuan alla Regione Toscana fino ad Azione Giovani

Se Donzelli avrà le physique du rôle per gestire Via della Scrofa, sede storica un tempo del Msi e poi di An, lo si vedrà. Di certo, l’esperienza non gli manca. Mangia pane e politica da quando aveva 19 anni. Risale infatti al 1994 la sua iscrizione al Fuan- Fronte universitario d’azione nazionale. È dalle sedi universitarie che muove i primi passi per portare avanti le idee della destra. Dopo un decennio di militanza in Msi e An, come racconta Donzelli stesso sul suo sito, arriva la prima candidatura al Comune di Firenze. A Palazzo Vecchio rimarrà fino al 2010 per poi approdare in Regione, nella rossa Toscana in cui c’era da combattere il sistema di potere. Sono anche gli anni in cui il giovane fiorentino diventa presidente nazionale di Azione Universitaria (2005) e poi portavoce nazionale della Giovane Italia (2009). Il 2018, invece, segna il suo approdo nella Capitale, fresco di elezione alle Politiche del 4 marzo. I rapporti con Giorgia allora erano già cementati. A fare da trait d’union di sicuro la militanza in Azione Giovani, di cui Meloni è stata presidente (venne eletta nel 2004), mentre Donzelli era membro dell’esecutivo nazionale del movimento giovanile di An. Anche se la loro prima volta insieme risale al ‘99. Avvenne a Firenze durante un volantinaggio. I volantinaggi, appunto. Il fedelissimo della leader ne ha fatti tantissimi, insieme ai più disparati impieghi per sbarcare il lunario. In uno dei curriculum ufficiali degli archivi del consiglio regionale della Toscana è scritto nero su bianco che agli esordi in politica, provenendo da una famiglia di sinistra, «per mantenere la propria autonomia di pensiero senza pesare economicamente in casa, inizia a dividere la sua vita tra militanza politica, studio e numerosi lavoretti». E, in effetti, Donzelli ne ha svolti di ogni. Un diploma allo scientifico del Collegio alla Querce di Firenze e una laurea mancata per due annualità alla Facoltà di Agraria, l’instancabile Fratello d’Italia può vantare esperienze da manovale per allestimento mostre, baby sitter, insegnante privato di pianoforte. L’intrattenimento, però, era più nelle sue corde, dal momento che per diverso tempo è stato prima animatore turistico e poi capo villaggio per la società Pepe srl. Sarà lì che si è temprato, vista la scioltezza con cui frequenta sempre sorridente da anni i salotti tv.

Donzelli, chi è il braccio destro di Meloni che imbarazza il centrodestra
Giorgia Meloni e Giovanni Donzelli (da Fb).

Il cortocircuito alla Giustizia

Solo che adesso in casa FdI non è più tempo di intemperanze o parole fuori posto. Donzelli dovrebbe saperlo benissimo, da braccio operativo di Meloni. Non gli sarà di certo sfuggita la stretta impressa dalla premier alla comunicazione per gli eletti. E invece con il suo intervento ha dato fuoco alle polveri. Donzelli infatti ha divulgato informazioni riservate su colloqui tra Cospito e altri carcerati al 41 bis della ‘Ndrangheta e della Camorra, mettendoli in relazione con la visita che lo scorso 12 gennaio parlamentari dem, guidati dalla capogruppo Debora Serracchiani, hanno fatto proprio all’anarchico in sciopero della fame. Lui nega, spiegando che si tratta di materiale consultabile da ogni parlamentare fornitogli dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Il quale, a sua volta, conferma. Le intercettazioni tra l’anarchico e i boss sulla battaglia contro il carcere duro risulterebbero però riservate e sotto segreto istruttorio. Una nuova grana per il governo e per il guardasigilli Carlo Nordio che sta portando avanti la sua crociata contro l’abuso delle intercettazioni. Un cortocircuito che avrà delle ricadute. Intanto il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha convocato su richiesta del Pd un giurì d’onore per verificare l’accaduto e la correttezza delle sue affermazioni. Peccato che neppure questo lo abbia scomposto: è pronto ad andare a testa alta davanti alla commissione. Di scuse e passi indietro non se ne parla. Più che un monaco, insomma, un combattente. Chissà che proprio questa sua fermezza non sia tra le qualità che più apprezzano nel cerchio magico meloniano, visto che a via della Scrofa dovrà gestire una struttura e risorse destinate a lievitare. «Inutile cercarmi per chiedere raccomandazioni o agevolazioni personali»: avverte Donzelli dal suo sito. Ecco, appunto, il piglio che avrà fatto breccia.