Con l’87,4 per cento di voti favorevoli (53.238 aventi diritto su 113.894) il popolo pentastellato ha approvato il nuovo Statuto M5s. La prima tappa della trasformazione del M5s e della sua emancipazione concreta dalla Casaleggio, dopo la rottura con la società di via Morone. La seconda vede sulla graticola, si fa per dire e giusto per citare un termine caro all’M5s che fu, Giuseppe Conte. I pentastellati il 5 e il 6 agosto sono infatti chiamati a decidere sulla nuova leadership e quindi sul futuro stesso del partito. Il quesito è semplice: «Sei favorevole all’elezione del prof. Giuseppe Conte alla carica di Presidente del Movimento 5 stelle?». Sulla carta si tratta di un proforma, una sorta di incoronazione su Skyvote, la nuova piattaforma scelta dal Movimento «dopo un’attenta selezione di mercato», che ha preso il posto, almeno per ora, della storica Rousseau.

Skyvote è di proprietà della Multicast, società fondata e guidata da Giovanni Di Sotto, 49 anni di Aquino, in Ciociaria. Ceo dal 2004, Di Sotto è socio di insieme con Roberto Spagna, che è direttore tecnico.
Il fatturato di Multicast si aggira sul milione di euro
Attiva nel mercato elettronico della Pubblica amministrazione (MePA) di Consip, Multicast offre servizi che vanno dallo sviluppo di applicazioni e software personalizzato, sviluppo per iOs e Android, fino alla cybersecurity. Conta una ventina tra dipendenti e consulenti con un reparto di sviluppo interno costituito da ingegneri informatici e programmatori. Il fatturato, come ha ricordato Di Sotto, si aggira sul milione di euro. «Siamo in utile e rinvestiamo in prodotti e sviluppi circa l’80 per cento di quanto guadagniamo», ha detto il Ceo in un’intervista a Italian Tech lo scorso 17 giugno. L’idea di fondare la Multicast è nata dalla passione per l’informatica di Di Sotto, ingegnere edile con una laurea alla Sapienza, e Spagna, ingegnere elettronico. È stato quest’ultimo, nel 2011, a portare in dote all’azienda le competenze in sicurezza informatica. Poi il core business si è focalizzato sullo sviluppo software. Skyvote nasce successivamente quando, ha raccontato sempre Di Sotto questa volta a Forbes, «Eurel Spa ci ha chiesto di evolvere un sistema filare di voto elettronico assembleare in un sistema smart e wireless. Abbiamo raccolto la sfida e affrontato il nostro primo progetto in ambito voto elettronico». Eurel a oggi gestisce il voto di Camera, Senato e Parlamento europeo. «Nel 2017 abbiamo incontrato Thales, azienda leader mondiale nell’aerospazio, nella difesa e nei sistemi di cifratura elettronica con la quale abbiamo cominciato a collaborare per l’implementazione dei loro sistemi di cifratura che oggi sono alla base delle nostre soluzioni, siamo diventati una loro “case history”». Tra i clienti di Multicast, una delle piattaforme più utilizzate in Italia a livello istituzionale, figurano anche la Rai, che con il loro sistema di voto ha eletto il consigliere d’amministrazione interno Riccardo Laganà, ma anche varie associazioni professionali, dai notai ai veterinari, dagli ingegneri agli architetti di Inarcassa e la Confcommercio.

La telefonata di Vito Crimi e la collaborazione con il M5s
Pochi mesi fa il primo contatto con il M5s. «Un giorno è arrivata una telefonata al centralino, era Vito Crimi, il reggente M5s, che cercava un contatto tecnico», ha ricordato Di Sotto a Italian Tech. «Credo che ci abbiano trovati su internet per i tanti servizi di voto elettronico che abbiamo fornito. Da qui è partito un processo di selezione, insieme ad altre piattaforme. Abbiamo fornito documenti e fatto riunioni con Crimi e alcuni consulenti tecnici loro. Il percorso è durato qualche settimana, alla fine hanno scelto noi». Il battesimo di Skyvote coi cinquestelle si è celebrato, senza troppe grancasse, con la votazione della candidata cinquestelle a sindaco di Torino per il dopo Appendino che ha incoronato Valentina Sganga. Il rapporto tra M5s e la Multicast, hanno precisato i pentastellati, «è esclusivamente professionale e in nessun caso riconducibile a questioni di appartenenza politica». Insomma nulla a che fare con Rousseau. Una presa di distanza più volte sottolineata anche da Mr Skyvote. A Italian Tech alla specifica domanda aveva risposto: «Nessuna alleanza, sono solo clienti come tanti altri. Per il Pd abbiamo gestito le primarie di Ancona e i congressi locali di San Benedetto del Tronto. Sono state le loro sperimentazioni, ma in passato siamo stati contattati da altri partiti, mi pare anche da Fratelli d’Italia, anche se poi non si è concretizzato». Di Sotto ha poi ribadito di non aver mai incontrato né Beppe Grillo né tantomeno Davide Casaleggio. Conte, invece, lo ha incontrato virtualmente in alcune videocall. Ma il referente resta Crimi.

Le differenze tecniche tra Skyvote e Rousseau
La distanza con Rousseau è anche tecnica. «Il modello su cui siamo convenuti con il Movimento 5s», ha spiegato l’amministratore delegato Skyvote a Forbes, «è quello di scorporare i servizi che prima venivano svolti dall’unica piattaforma Rousseau focalizzandoci esclusivamente sul voto elettronico». Dunque si cambia musica. Se Rousseau possedeva i dati personali degli iscritti e allo stesso tempo gestiva la discussione sui vari temi, le convocazioni, le newsletter e poteva conservare il voto, su Skyvote le stesse attività sono gestite da soggetti diversi e con modalità diverse. «I dati degli iscritti al movimento sono stati infatti trasferiti da Russeau a Odoo, una piattaforma con la quale noi non abbiamo nessun rapporto», ha continuato Di Sotto. «Non sappiamo ancora chi gestirà la partecipazione dei militanti, che è il punto due. Noi, invece, ci occuperemo esclusivamente del punto tre: cioè del voto elettronico che avverrà attraverso uno dei nostri prodotti: SkyVote Cloud».