Giornata mondiale dell’acqua, ma è allarme siccità

Redazione
22/03/2022

In occasione della ricorrenza internazionale, che si celebra oggi, il WWF in un report, con tanto di numeri, misura la portata della crisi idrica e i suoi effetti, ma prospetta anche possibili soluzioni.

Giornata mondiale dell’acqua, ma è allarme siccità

In occasione della Giornata Mondiale dell’acqua, che si celebra oggi, il WWF, nel report L’Ultima goccia. Crisi e soluzioni del prosciugamento climatico, traccia un “ritratto” tutt’altro che roseo della crisi idrica negli ultimi anni. L’emergenza interessa miliardi di persone nel mondo. Una questione di siccità perlopiù, ma anche, al contrario, di inondazioni.

I numeri della crisi idrica

Sono circa 4 i miliardi di persone che sperimentano una grave carenza d’acqua almeno per un mese all’anno. Si tratta, quindi, di oltre la metà della popolazione mondiale. Il 7 per cento degli eventi catastrofici verificatisi nel mondo, tra 1970 e 2019, è stato legato alla siccità e ha contribuito al 34 per cento  delle morti associate a disastri. Non solo. Sono circa 700 i milioni di persone che, oggi, sperimentano periodi di siccità più lunghi rispetto al 1950. E, stando alle previsioni degli esperti, i rischi in tal senso aumenteranno in più regioni, nel corso dell XXI secolo, con inevitabili ricadute anche sull’economia. I soggetti esposti a siccità estrema ed eccezionale saliranno dal 3 all’8 per cento. Il problema non è relativo soltanto alla carenza di acqua ma anche alla sua eccessiva abbondanza: il 31 per cento delle perdite economiche, verificatesi tra 1970 e 2019, è dipeso da inondazioni. Gli effetti si vedono anche sull’agricoltura mondiale. Sono 454 milioni gli ettari di aree coltivate che, tra 1983 e 2009, hanno subito perdite di produzione, per un totale di 166 miliardi di dollari. La scarsità d’acqua è da imputare a fattori diversi. I cambiamenti climatici giocano un ruolo importante: negli ultimi vent’anni, il tasso di perdita di massa dei ghiacciai ha superato, a livello globale, 0,5 metri di acqua equivalente per anno. Soprattutto, però, a incidere è la cattiva gestione delle acque. In Europa almeno un terzo delle risorse idriche è riservato all’agricoltura. In Italia al settore va attribuito il 60 per cento di domande di acqua del Paese. Seguono, con il 25 per cento, il settore industriale ed energetico, e con il 15 per cento, gli usi civili. Effetti si vedono anche a livello energetico. Il settore termoelettrico e idroelettrico – in Italia esistono 4.509 impianti idroelettrici – registra una riduzione dal 4 al 5 per cento dei tassi di utilizzo delle installazioni negli anni di siccità rispetto ai valori medi degli anni ’80.

Giornata mondiale dell’acqua, ma è allarme siccità
La crisi idrica ha ricadute anche sull’agricoltura (Getty Images)

Crisi idrica, le possibili soluzioni

Il primo obiettivo, in materia di crisi idrica, è raggiungere emissioni nette di CO2 zero entro il 2050 per rispettare l’Accordo di Parigi sul clima. Ciò significa effettuare una massiccia e rapida decarbonizzazione, ma anche avviare progetti ispirati a soluzioni basate sulla natura, con protezione, ripristino e gestione sostenibile dei serbatoi naturali di carbonio. Così, ad esempio, la rinaturazione del Po – nata su proposta di WWF e ANEPLA, adottata dal Ministero della Transizione Ecologica e inserita nel PNRR – che è il più grande progetto di riqualificazione ambientale e adattamento ai cambiamenti climatici in Italia. L’investimento è pari a 357 milioni del recovery fund. Elemento chiave per contrastare la crisi idrica, secondo il WWF è anche la pianificazione a livello di bacino idrografico con il coordinamento di un soggetto unico, l’Autorità di bacino distrettuale. É inoltre da rivedere il sistema di concessioni, riassegnando le quote di derivazione per agricoltura, idroelettrico e usi civili, industriali e ambientali in base a un bilancio idrico di bacino all’insegna della sostenibilità. Anche i singoli possono dare il loro contributo, riducendo i consumi. Gli italiani sono fra i primi consumatori in Europa: sono circa 230 litri medi al giorno pro capite, a fronte dei 50 litri ritenuti il quantitativo minimo vitale giornaliero. E la spesa mensile media delle famiglie italiane è di 14,68 euro per la fornitura di acqua nell’abitazione, di circa 12 euro quella per l’acquisto di acqua minerale.

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Il fiume Po, nel 2018 (Getty Images)