Cinquecentotrentatré: è il tragico bilancio dei giornalisti detenuti nel mondo nel 2022 secondo il rapporto annuale di Reporters sans frontières Rsf. Il bilancio è davvero impietoso, con Paesi che hanno più giornalisti nelle loro carceri per i reati più disparati. Quali sono?
Giornalisti detenuti nel 2022, i dati
L’aumento è del 18% rispetto a solo un anno prima, il 2021. Com’è possibile? Oltre ai 533 detenuti ci sono anche le 57 vittime di regimi totalitari e non solo. Persone che non ce l’hanno fatta solo perché avevano la colpa di essere giornalisti. E non è tutto. I giornalisti rappresentano il 18% dei detenuti totali e aumenta anche il numero delle croniste detenute ingiustamente. Si tratta di un aumento del 20% rispetto al 2021. Oggi sono ben 78 donne. Si tratta del 14,6% del totale contro il 7% di 5 anni fa, più che raddoppiato.

La peggiore in assoluto secondo lo studio sarebbe la Cina, con circa 110 giornalisti detenuti su 533. Segue a ruota il Myanmar con 62, Iran con 47, Vietnam con 39 e Bielorussia con 31. Più della metà dei giornalisti detenuti si trovano in questi Paesi, ma non sono gli unici in questa maglia nera. La tendenza è in calo in Cina e in aumento in Iran.
Perché sono aumentati
«Mai prima d’ora Rsf ha registrato un numero così elevato di giornalisti imprigionati. Ciò conferma che i regimi autoritari continuano a imprigionare i giornalisti che li disturbano in modo sempre più disinibito e il più delle volte senza nemmeno prendersi la briga di giudicarli (…) gli altri (63,6%) sono in carcere senza essere stati giudicati» spiega la portavoce Pauline Ades-Mevel.

L’aumento delle vittime, invece, dipende anche dalla guerra in Ucraina, oltre che a un aumento in Messico, dove sono stati uccisi 11 delle 57 vittime nel giornalismo mondiale. «Quasi l’80% dei professionisti dei media uccisi nel 2022 sono stati deliberatamente presi di mira a causa della loro professione e degli argomenti su cui stavano lavorando» conclude la portavoce.