Una giornalista russa è stata uccisa in un campo di addestramento militare in Crimea

Redazione
29/10/2022

Svetlana Babayeva aveva 50 anni ed era una delle voci delle propaganda di Mosca: lavorava per il conglomerato mediatico Rossiya Segodnya, sanzionato dall’Ucraina.

Una giornalista russa è stata uccisa in un campo di addestramento militare in Crimea

La giornalista russa Svetlana Babayeva, veterana dei media statali russi e allineata con la linea del Cremlino, è rimasta uccisa nel corso di un’esercitazione militare in un poligono di tiro in Crimea. La reporter «è morta a causa di un incidente mentre si esercitava a sparare», secondo quanto affermato dalle agenzie russe. Stava dunque partecipando in prima persona all’addestramento: non è chiaro se è morta dopo essere stata colpita da un proiettile sparato da un altro militare o dall’arma che lei stessa stava usando.

Guerra in Ucraina, la giornalista russa Svetlana Babayeva è stata uccisa in un campo di addestramento militare in Crimea.
Svetlana Babayeva, uccisa in un campo di addestramento militare russo in Crimea.

Una lunga carriera da voce del Cremlino

La 50enne è stata inviata per tutta la sua lunga carriera con i media pro-Cremlino, anche all’estero, nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov ha definito Babayeva una «giornalista poliedrica» e una «donna dal grande fascino», esprimendo grande dolore per la sua perdita. Nata nel 1972, Babayeva aveva lavorato prima per Izvestia, uno dei più antichi quotidiani russi, nonché uno dei più diffusi e famosi, per poi passare all’agenzia Ria Novosti. Aveva anche lavorato per Gazeta.ru. A seguito di una controversa revisione statale dei media, che aveva coinvolto il gruppo editoriale Rossiya Segodnya, era diventata corrispondente dalla città di Simferopol, in Crimea, a partire dal 2019.

Lavorava per il gruppo mediatico sanzionato da Kyiv

L’Ucraina ha sanzionato il gruppo mediatico Rossiya Segodnya, definendo il suo amministratore delegato Dmitry Kiselyov «la figura centrale della propaganda del governo a sostegno del dispiegamento delle truppe russe in Ucraina».

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