Peter de Vries, uno dei più noti giornalisti di cronaca nera olandese, martedì sera è stato gravemente ferito ad Amsterdam nel corso di una sparatoria. Secondo i media locali il reporter, 64 anni, è stato raggiunto da cinque colpi di arma da fuoco, di cui uno alla testa. Tre sospetti sono stati arrestati, ma la polizia non ha ancora fornito dettagli: «È stato gravemente ferito e sta combattendo per la sua vita», ha detto la sindaca di Amsterdam, Femke Halsema. «È un eroe nazionale per tutti noi. Un giornalista unico e coraggioso che ha sempre cercato giustizia».
In Olanda de Vries è una vera e propria celebrità: è uno degli ospiti di punta nei programmi televisivi sulla criminalità organizzata (e infatti, come riporta l’emittente Rtl, quando è stato ferito aveva appena lasciato uno studio tivù), ed è apprezzato per avere numerose fonti sia nelle forze dell’ordine sia nella malavita. In passato, proprio per il suo lavoro investigativo, aveva ricevuto diverse minacce di morte da parte della criminalità olandese.
Peter de Vries e il rapimento di Freddy Heineken
Il giornalista è diventato famoso in Olanda per il lavoro sul rapimento di Alfred Heineken, il proprietario della nota azienda produttrice di birra, avvenuto nel 1983. De Vries seguì il caso da vicino per il quotidiano De Telegraaf, e oltre ad assistere ai processi, visitò gli hotel francesi in cui i rapitori, Cor van Hout e Willem Holleeder, erano tenuti agli arresti dopo essere fuggiti dall’Olanda. Sulla storia scrisse due libri: il primo proprio nel 1983, De zaak Heineken (Il caso Heineken). Il secondo – Il rapimento di Freddy Heineken – quattro anni più tardi, un romanzo scritto dal punto di vista di uno dei rapitori (van Hout) e basato sulle interviste di de Vries ai due criminali nel 1986. Dal romanzo fu poi tratto un film, Il caso Freddy Heineken, con Anthony Hopkins nelle vesti del magnate della birra.
Il lavoro di de Vries, però, non si fermò lì: al rapimento parteciparono in cinque, compresi i due già citati, e tutti furono condannati. Frans Meijer, uno dei rapitori, fu trovato dal giornalista in Paraguay, dove era scappato, fu arrestato e incarcerato nel 1994.
La storia del sequestro Heineken
Il 9 novembre 1983 Heineken e il suo autista, Ab Doderer, furono rapiti all’uscita dell’ufficio di Amsterdam, e rimasero prigionieri per tre settimane in una capanna di Westpoort, l’area occidentale del porto della Capitale. Per il riscatto furono pagati 11 milioni di dollari, all’epoca la cifra più alta mai pagata per un sequestro. Dopo aver messo le mani sulla somma i rapitori fuggirono all’estero: Heineken e Doderer furono trovati dalla polizia solo il 30 novembre.
Van Hout e Holleeder ripararono in Francia, ma furono arrestati dalla polizia il 29 febbraio 1984. A lungo si opposero all’estradizione, e per un periodo furono tenuti in un hotel di Evry agli arresti domiciliari. Dopo due anni di battaglie e trasferimenti vari (tra cui due “soggiorni” in Guadalupa) i due furono estradati in Olanda il 31 ottobre 1986. Van Hout è stato assassinato nel 2003; nel 2019 Holleeder venne condannato all’ergastolo anche per il suo coinvolgimento nell’omicidio dell’ex amico. Precedentemente, nel 2013, era stato condannato per le minacce rivolte proprio a de Vries.
Peter de Vries, l’arresto e la vittoria dell’Emmy
De Vries si è occupato anche di tanto altro: nel 2006 fu arrestato a Oisterwijk per aver affrontato un ufficiale di polizia, accusandolo di operazioni poco chiare riguardanti le eredità di alcune donne anziane. Accusato di violazione di domicilio, nel 2007 il suo caso fu archiviato “in considerazione degli esiti finali della persistente ricerca della verità e degli esiti dell’inchiesta disciplinare” sul comportamento dell’ufficiale di polizia.
Nel 2008 il suo brillante lavoro lo portò a gettare luce sul caso di Natalee Holloway, una 18enne americana misteriosamente scomparsa ad Aruba nel 2005. A finire sul banco degli imputati l’olandese Joran van der Sloot che ammise parlando con un amico di de Vries di aver gettato il corpo della ragazza in mare. Holloway, secondo la sua ricostruzione, si sarebbe sentita male in spiaggia, mentre i due erano impegnati in un rapporto sessuale. Dopo non essere riuscito a rianimarla, van der Sloot si liberò del cadavere, mai trovato. Il ‘complice’ del giornalista, Patrick van der Eem era riuscito a stringere amicizia con van der Sloot e aveva ripreso con delle telecamere nascoste tutta la conversazione.
Il filmato, trasmesso il 3 febbraio 2008, è stato l’evento non sportivo più seguito nella storia della tivù olandese (7 milioni di spettatori) e portò agli arresti di van der Sloot, poi liberato per insufficienza di prove. Il 22 settembre 2008, a New York, de Vries vinse l’Emmy per il giornalismo, e ritirò il premio insieme alla madre di Natalee.
Peter de Vries, la scorta e le minacce
Proprio per le tante minacce ricevute, a de Vries era stata assegnata una scorta. Ma lui aveva rifiutato ogni forma di protezione per non dover «condividere tutta la vita con la polizia». In una intervista recente aveva anche affermato di non aver paura delle intimidazioni ricevute.