Non mi Vasta mai

Laura Gotti
15/05/2021

Le storie e la prosa dell'autore siciliano rapiscono. E se ne diventa quasi dipendenti. Finalmente dopo una lunga pausa, è arrivato in libreria Tre Orfani, piccolo volume che però ripaga gli appassionati.

Non mi Vasta mai

Giorgio Vasta è un autore di cui si parla troppo poco. Non ha scritto molto ma la qualità della sua prosa e delle sue idee fa sì che ogni libro sia denso e duraturo e che accompagni il lettore per lungo tempo. Il suo esordio è del 2008 con Il tempo materiale per Minimum Fax, un libro tradotto e venduto in molti Paesi europei e anche negli Stati Uniti ma che nel panorama letterario italiano ha avuto un impatto alquanto limitato. È un libro ostico e Vasta non fa niente per semplificare la vita del lettore: ricchezza lessicale, pronomi che confondono, una trama respingente ma nonostante questo, anzi grazie a questo, si viene trascinati in un mondo difficile da dimenticare. È il 1978, ci sono le Brigate Rosse, in pieno sequestro Moro. A Palermo tre 11enni (sì, tre ragazzini di 11 anni) decidono di fare i terroristi, di portare scompiglio, violenza, paura. E lo fanno. Poi, il tempo materiale scorre, e Vasta ci accompagna al finale, ma per i lettori quella storia non finisce e continua a battere in testa dopo anni.

i motivi per leggere Giorgio Vasta
Absolutely Nothing, di Giorgio Vasta con le foto di Ramak Fazel.

Con Absolutely Nothing Vasta ci accompagna nel nulla del deserto americano

Giorgio Vasta scrive poco. Dopo Spaesamento con Laterza che esce nel 2010 e Presente per Einaudi nel 2012, nel 2016 arriva Absolutely Nothing. Storie e sparizioni nei deserti americani, racconto fotografico di un viaggio nel nulla, 8 mila chilometri attraverso California, Arizona, Nevada, Nex Mexico, Texas e Louisiana. Pubblicato Quodlibet, è un’edizione da consigliare anche solo per la bellezza del libro in sé (ah, il profumo della carta). Di più, a renderlo indimenticabile la precisione lessicale e quella sintattica che sono, senza dubbio, il suo punto di forza. Leggere Absolutely Nothing dopo un anno come quello passato, in cui anche i confini regionali erano chiusi, permette al lettore di staccarsi dal divano e di viaggiare attraverso la fotografia magnifica di Ramak Faze.

Il ritorno di Vasta con un racconto e un libro breve (ma incantevole)

Dopo Absolutely Nothing più nulla. Scrive articoli su Repubblica e su minima&moralia, collabora a sceneggiature, a festival letterari. Per trovare la sua letteratura, quella che più gli appartiene, bisogna scovare un suo racconto in un raccolta – insieme ad altri autori tra cui spiccano Nadia Terranova ed Elena Stancanelli – che si intitola Risentimento pubblicato da Alphabeta (apparso, poi, anche sull’Espresso come racconto inedito) che lascia, al solito, incantati. C’è una gatta che misura il mondo provvisorio di Vasta a Mondello e quella gatta non può che imprimersi a lungo nella testa del lettore insieme alle idee dell’autore sostenute da un lessico accurato capace di descrivere un sentimento a cui, spesso, è gia difficile dare un nome.

riscopriamo giorgio vasta
Tre Orfani, l’ultimo libro di Giorgio Vasta.

 

Infine proprio quest’anno è uscito Tre orfani pubblicato da Edizioni Casagrande. La delusione è palpabile non appena ci si trova questo libricino in mano contenuto in una trentina scarsa di pagine. Non è un romanzo, ma un breve racconto scritto per un altro contesto che si legge nel tempo di una pausa caffè. Nella sua cucina di Palermo, il 12 marzo 2020 in piena pandemia, Vasta si trova davanti due mostri sacri della letteratura: Achab e Bartleby e «ho guardato i miei due ospiti, che nel giro di pochissimo, a partire dalle posture che avevano assunto, non erano più ospiti ma coinquilini». In poche pagine racconta cosa (non) succede tra loro. La storia è così breve che si fatica persino a entrarci, anche se basta la pagina 19 a riappacificarsi con l’autore. Riecco il Vasta degli esordi con quell’amore per la scrittura sempre più raro perché difficilmente paga. Aumenta però l’attesa di un suo romanzo, di una storia raccontata con il suo particolare sguardo sul mondo e la volontà di stupire come già riuscì nel 2008.