L’importante riconoscimento gli è stato conferito sul palco del Teatro Municipale di Piacenza: Giorgio Armani, dopo aver ricevuto la laurea honoris causa in Global Business Management dall’Università Cattolica, ha dichiarato la specificità della doppia valenza del premio «perché premia il mio ruolo di imprenditore, l’impegno e la passione, ma anche perché mi viene conferito nella mia città natale, in un luogo magico che mi affascinava da bambino. Da Piacenza sono partito per Milano, ma le mie radici sono rimaste qui».

Le parole di Giorgio Armani dopo la laurea honoris causa
«Vorrei con la mia storia essere un esempio, uno stimolo. E ricordare a tutti che il lavoro vero porta lontano». Nel post dell’Università Cattolica vengono riportate la parole dello stilista e imprenditore Giorgio Armani e le motivazioni del conferimento «per la dimensione internazionale del marchio, per l’approccio olistico alla sostenibilità, per la ricerca inesausta di miglioramento e per la consapevolezza della centralità dell’impresa nella creazione di valore condiviso».
Il discorso del Rettore sul «classicismo» di Armani
L’impegno di Armani, alla guida di uno dei più importanti gruppi multinazionali del settore, è stato sottolineato dal professor Franco Anelli, Rettore dell’Università Cattolica, ad iniziare «dall’assunzione, in tutte le sue implicazioni, della dimensione problematica del tempo. La durata, per Armani, è una scelta che riguarda la forma e il contenuto: classicità delle linee e qualità della materia parlano di un prodotto pensato per resistere con disinvoltura all’esaurirsi di una collezione. Ma la novità della sua proposta ha a che fare con la sensibilità e la tempestività nell’interpretare attitudini, ruoli e funzioni dell’uomo e della donna contemporanea, senza forzature: essere se stessi, ma al meglio». Il Rettore ha parlato di quello che ha definito il «classicismo di Armani, come prodotto di un’estetica innervata di tensioni dinamiche al modo della grande scultura classica. Il frutto, nato quasi d’istinto e poi perseguito con coerenza, di un dialogo mobile e aperto con l’uomo»