«Al governo vieterò alle Ong di Soros di operare in Italia. Per difendere la nostra democrazia». Lo aveva promesso Giorgia Meloni, in una dichiarazione del 2018. Oggi Giorgia Meloni non è solo al governo: è il governo. E la domanda sorge spontanea: Meloni vieterà alle Organizzazioni no profit di George Soros di operare in Italia? Ma soprattutto, può farlo? E quali sarebbero le conseguenze?
#Soros impone col denaro l’immigrazione di massa e la distruzione degli Stati nazionali per fare dell’Europa il suo parco giochi. Io sto con il popolo e con chi è eletto come #Orban. Al Governo vieterò alle #ONG di Soros di operare in Italia. Per difendere la nostra democrazia
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) February 16, 2018
George Soros: da sempre il nemico della destra sociale
Facciamo un passo indietro: Meloni ha costruito un’intera narrazione politico-ideologica contro George Soros, il filantropo, miliardario ed ex finanziere ungherese-americano. Definito sfruttatore, squalo, usuraio, nemico della democrazia.
Lo “squalo” Soros è uno “sfruttatore, profittatore” quindi (da dizionario italiano) un “usuraio”. Vuoi accusare di antisemitismo anche il vocabolario? https://t.co/5QSuUCqIOv
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) March 27, 2019
Soros è un personaggio che divide, come lui stesso ha scritto più volte, ha guadagnato anche da importanti strategie speculative che hanno colpito sistemi monetari di Paesi sovrani, e di questo non si è mai pentito. Per Soros, infatti, le crisi finanziarie non sono causate dagli speculatori, ma dalle autorità e dagli Stati, che «creano o stabiliscono regole sbagliate che permettono agli speculatori di fare ciò di cui la gente li incolpa». Insomma, business is business.

Accidentalmente, tra tutti gli speculatori esistenti al mondo, Soros ha altre due “responsabilità”: essere nato in una famiglia ebrea, ed essere un aperto progressista che finanzia cause sociali scomode come l’integrazione dei migranti (anche lui stesso lo è stato). Il ritratto perfetto per il nemico comune della destra sociale. Così, negli anni, la destra e alcuni esponenti dell’estrema sinistra, come Marco Rizzo, hanno costruito un’intensa propaganda anti-Soros: il nemico di tutti. Il nemico contro cui unirsi e combattere.
#Soros a Palazzo Chigi.Il presidente Gentiloni darà' spiegazioni su questa visita? Ometterà gli ordini?Perché l'economia dirige la politica? pic.twitter.com/Lyi3q1f82T
— Marco Rizzo (@MarcoRizzoPC) May 3, 2017
Anche Orban fece una legge anti-Soros: dichiarata illegittima
Nel 2018, Giorgia Meloni annuncia la legge “anti-Soros” copiando un provvedimento di Viktor Orban, con cui la leader di Fratelli d’Italia ha sempre avuto uno stretto legame politico, oggi messo a repentaglio dalla difficile situazione dell’Italia negli equilibri europei.
#Soros è preoccupato per l’Italia? Fa bene! In arrivo la legge anti-Soros… pic.twitter.com/hAaSq04WQx
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) June 4, 2018
La legge anti-Soros di Orban viene promossa nel 2018: l’obiettivo è quello di rendere illegali i finanziamenti ad associazioni no profit che forniscono assistenza ai migranti, con supporto legale o logistico. La legge verrà proclamata illegittima nel 2021 dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea con la sentenza del 16 novembre 2021. In Italia, la proposta di legge non sembra aver attecchito, o, almeno, non risultano testi con questo oggetto tra le proposte presentate o co-presentate da Meloni.
La Open Foundation in Italia: donazioni per 1,8 milioni di dollari
Prendendo letteralmente la proposta di Meloni, se le attività no profit di Soros venissero rese illegali, si aprirebbe uno scenario forse inaspettato per la presidente del Consiglio. Se con attività «di Soros» si intendono le iniziative finanziate, allora l’impatto di una legge graverebbe sui progetti di Terra! Onlus, che si occupa di agricoltura e trasparenza, sulle Officine Gomitoli, una cooperativa sociale che aiuta italiani e stranieri in difficoltà a Napoli, su Refugees Welcome Italia, sul Comune di Ventimiglia (beneficiario di un finanziamento per un parco pubblico) e persino sull’Ecomuseo Casilino di Roma. Queste sono alcune delle decine di iniziative finanziate dalla Open Foundation di George Soros in Italia. Sul sito della fondazione vengono menzionate altre realtà italiane, con le quali la Open Society ha collaborato: tra queste, la Compagnia San Paolo e la Fondazione Con il Sud. George Soros è noto anche per aver finanziato Più Europa, il partito di Emma Bonino e Benedetto della Vedova, e alcune associazioni della galassia dei Radicali. Solo nel 2020, la Open Society Foundation ha dichiarato donazioni per 1,8 milioni di dollari in progetti in Italia.
#Soros scende in campo per le #elezionieuropee finanziando con 200.000 € il partito di Emma #Bonino. Ha scelto la sinistra come alleata e noi sovranisti come nemici. Un grande orgoglio per @FratellidItaIia: tenetevi i soldi degli usurai, la nostra forza è il popolo italiano pic.twitter.com/hSICsEAyZg
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) March 24, 2019
Il “divieto di Soros”: ennesimo proclama senza reali effetti?
Giorgia Meloni governa da pochi mesi, è vero, e se molti dei proclami ancora non sembrano essersi concretizzati, come per esempio la lotta all’immigrazione e il blocco navale, quello contro Soros richiederebbe sforzi più modesti, almeno sulla carta.
Considerato il fallimento della legge di Orban, il progressivo distacco nei rapporti col primo ministro ungherese, e il percorso “istituzionalizzante” di Meloni, la lotta a Soros assume un significato sempre minore. Giorgia non è più la candidata di Fratelli d’Italia che promette l’impignorabilità della prima casa, il blocco navale e il divieto di Soros, è la presidente del Consiglio di un Paese a rischio tenuta dei conti pubblici e in un precario equilibrio internazionale. Gli elettori di quale Giorgia Meloni si ricorderanno?