Giorgia Meloni e Viktor Orban, i motivi di un allontanamento
Il rapporto tra la nostra premier e l'ungherese Orban era strettissimo: lettere, mazzi di fiori, selfie. Poi la liaison politica dal 2021 si è raffreddata: Meloni deve ristabilire buone relazioni con la Francia e tenersi buona l'Europa per i fondi del Pnrr. Coltivando anche una sponda con gli Usa. Dalle serenate al gelo, la metamorfosi.
Serenate sotto l’ambasciata d’Ungheria, lettere scambiate, mazzi di fiori, selfie sul Danubio e messaggi: il rapporto tra Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Viktor Orban è sempre stato strettissimo, ma oggi la presidente del Consiglio rischia di trovarsi in difficoltà, e deve scegliere se proseguire la liaison politica con il capo di governo più detestato dai vertici europei, oppure abbandonarlo al suo destino.
Meloni da sovranista anti-Ue ad alleata dei vertici europei
Dopo l’incidente diplomatico con la Francia a seguito del blocco alla nave Ocean Viking, Meloni ha lentamente ristabilito buone relazioni con i cugini d’Oltralpe e rafforzato la sua immagine internazionale partecipando a diversi incontri bilaterali e multilaterali. Anche la partecipazione alla Prima della Scala insieme con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è stata interpretata come un segnale distensivo verso quegli stessi vertici europei che Fratelli d’Italia puntava a smantellare fino a pochi anni fa, quando chiedeva, nel programma delle Europee 2014, di abolire l’Eurozona e «ripensare l’Europa». Meloni è consapevole che, senza Unione europea, e soprattutto senza fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, e una certa elasticità nel raggiungimento degli obiettivi, i conti pubblici italiani rischiano di trovarsi in seria difficoltà e, di conseguenza, anche lei.
Le serenate su Twitter e la difesa contro la “disinformazione”
In questi anni, prima della nomina a presidente del Consiglio, Meloni ha nutrito e sviluppato un’intensa relazione con Viktor Orban, l’ex liberale ora convertitosi al sovranismo e, ovviamente, euroscettico. Assieme a Orban, nel 2018 Meloni diceva di condividere una battaglia contro la finanza speculativa, la sudditanza dall’Europa e Soros.
Con Viktor Orbán per la sovranità dei popoli
In #Europa senza sudditanze.
Fermare l'immigrazione clandestina.
Combattere Soros e la finanza speculativa. ST pic.twitter.com/7YUJJ6IBnP— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) February 28, 2018
Meloni si è preoccupata più volte di «smontare la disinformazione» contro il premier ungherese, facendo da cassa di risonanza delle sue scelte di politica interna, in particolare rispetto al delicato tema dell’immigrazione.
2 minuti per smontare tutta la disinformazione mediatica su Viktor Orbán. #BloccoNavaleSubito pic.twitter.com/fGdMSD9wXA
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) June 23, 2018
Meloni aveva manifestato ai piedi dell’ambasciata ungherese a Roma contro «l’invasione dell’Europa» e in solidarietà a Orban.
Fratelli d’Italia è al fianco di Victor #Orbán e del popolo ungherese, che l’Unione Europea vorrebbe sanzionare, perché ha il coraggio di dire #NO all’invasione dell’Europa! pic.twitter.com/9Y200CsyZW
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) September 12, 2018
Nel 2019, Orban era stato invitato ad Atreju, il meeting storico della destra sociale. Il premier ungherese si era presentato con un mazzo di fiori e un baciamano e Meloni aveva salutato l’evento come “storico”.
L'arrivo di Viktor #Orbán ad #Atreju19: GRAZIE! pic.twitter.com/Vi95k9RWUZ
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) September 21, 2019
E ancora, decine di menzioni (32, per la precisione) solo su Twitter, da febbraio del 2018 fino a marzo del 2021, quando improvvisamente i post di Meloni finiscono, nonostante le numerose dichiarazioni e menzioni di Orban.
Il nuovo corso: Meloni di fronte a una scelta
Meloni è sempre stata criticata per il rapporto con Orban, considerato rappresentante di un’ideologia ai confini della democrazia, ma, fino a oggi, le critiche non sembravano aver avuto alcun impatto sulla leader di Fratelli d’Italia. Adesso però, a seguito dell’incarico di governo, Meloni ha interrotto la sinfonia di tweet e di dichiarazioni di supporto. Viktor Orban è, oggi più che mai, posizionato al confine di ciò che la Commissione e l’Unione europea possono tollerare. Non solo, anche gli Stati Uniti, una sponda a cui Meloni guarda da tempo con interesse, non mostrerebbero entusiasmo a un rafforzamento del rapporto Ungheria-Italia. Recentemente l’Ungheria ha posto il veto contro la concessione di 18 miliardi di euro in supporto all’Ucraina, una battaglia che, in Italia, Meloni aveva sempre sostenuto.
La posizione anti-Putin e gli equilibri interni al centrodestra
Il sostegno all’Ucraina è sempre stato un punto fermo nel programma di Giorgia Meloni, in particolare in chiave anti-Putin. Gli equilibri(smi) internazionali della leader di Fratelli d’Italia potrebbero essere determinanti anche nella tenuta del governo nazionale. Matteo Salvini e Antonio Tajani hanno alleati diversi nel mondo e in Europa e questo punto di debolezza potrebbe essere sfruttato da chi, ancora oggi, non vede di buon occhio il governo Meloni. Anche all’interno dello stesso centrodestra.