Giorgia Meloni e Viktor Orban, i motivi di un allontanamento

Elisa Serafini
10/12/2022

Il rapporto tra la nostra premier e l'ungherese Orban era strettissimo: lettere, mazzi di fiori, selfie. Poi la liaison politica dal 2021 si è raffreddata: Meloni deve ristabilire buone relazioni con la Francia e tenersi buona l'Europa per i fondi del Pnrr. Coltivando anche una sponda con gli Usa. Dalle serenate al gelo, la metamorfosi.

Giorgia Meloni e Viktor Orban, i motivi di un allontanamento

Serenate sotto l’ambasciata d’Ungheria, lettere scambiate, mazzi di fiori, selfie sul Danubio e messaggi: il rapporto tra Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Viktor Orban è sempre stato strettissimo, ma oggi la presidente del Consiglio rischia di trovarsi in difficoltà, e deve scegliere se proseguire la liaison politica con il capo di governo più detestato dai vertici europei, oppure abbandonarlo al suo destino.

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Giorgia Meloni con Viktor Orban.

Meloni da sovranista anti-Ue ad alleata dei vertici europei

Dopo l’incidente diplomatico con la Francia a seguito del blocco alla nave Ocean Viking, Meloni ha lentamente ristabilito buone relazioni con i cugini d’Oltralpe e rafforzato la sua immagine internazionale partecipando a diversi incontri bilaterali e multilaterali. Anche la partecipazione alla Prima della Scala insieme con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è stata interpretata come un segnale distensivo verso quegli stessi vertici europei che Fratelli d’Italia puntava a smantellare fino a pochi anni fa, quando chiedeva, nel programma delle Europee 2014, di abolire l’Eurozona e «ripensare l’Europa». Meloni è consapevole che, senza Unione europea, e soprattutto senza fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, e una certa elasticità nel raggiungimento degli obiettivi, i conti pubblici italiani rischiano di trovarsi in seria difficoltà e, di conseguenza, anche lei.

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Un vertice tra Meloni e Orban.

Le serenate su Twitter e la difesa contro la “disinformazione”

In questi anni, prima della nomina a presidente del Consiglio, Meloni ha nutrito e sviluppato un’intensa relazione con Viktor Orban, l’ex liberale ora convertitosi al sovranismo e, ovviamente, euroscettico. Assieme a Orban, nel 2018 Meloni diceva di condividere una battaglia contro la finanza speculativa, la sudditanza dall’Europa e Soros.

Meloni si è preoccupata più volte di «smontare la disinformazione» contro il premier ungherese, facendo da cassa di risonanza delle sue scelte di politica interna, in particolare rispetto al delicato tema dell’immigrazione.

Meloni aveva manifestato ai piedi dell’ambasciata ungherese a Roma contro «l’invasione dell’Europa» e in solidarietà a Orban.

Nel 2019, Orban era stato invitato ad Atreju, il meeting storico della destra sociale. Il premier ungherese si era presentato con un mazzo di fiori e un baciamano e Meloni aveva salutato l’evento come “storico”.

E ancora, decine di menzioni (32, per la precisione) solo su Twitter, da febbraio del 2018 fino a marzo del 2021, quando improvvisamente i post di Meloni finiscono, nonostante le numerose dichiarazioni e menzioni di Orban.

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Solidarietà di Giorgia Meloni sotto l’ambasciata ungherese.

Il nuovo corso: Meloni di fronte a una scelta

Meloni è sempre stata criticata per il rapporto con Orban, considerato rappresentante di un’ideologia ai confini della democrazia, ma, fino a oggi, le critiche non sembravano aver avuto alcun impatto sulla leader di Fratelli d’Italia. Adesso però, a seguito dell’incarico di governo, Meloni ha interrotto la sinfonia di tweet e di dichiarazioni di supporto. Viktor Orban è, oggi più che mai, posizionato al confine di ciò che la Commissione e l’Unione europea possono tollerare. Non solo, anche gli Stati Uniti, una sponda a cui Meloni guarda da tempo con interesse, non mostrerebbero entusiasmo a un rafforzamento del rapporto Ungheria-Italia. Recentemente l’Ungheria ha posto il veto contro la concessione di 18 miliardi di euro in supporto all’Ucraina, una battaglia che, in Italia, Meloni aveva sempre sostenuto.

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La foto della lettera di Orban a Meloni.

La posizione anti-Putin e gli equilibri interni al centrodestra

Il sostegno all’Ucraina è sempre stato un punto fermo nel programma di Giorgia Meloni, in particolare in chiave anti-Putin. Gli equilibri(smi) internazionali della leader di Fratelli d’Italia potrebbero essere determinanti anche nella tenuta del governo nazionale. Matteo Salvini e Antonio Tajani hanno alleati diversi nel mondo e in Europa e questo punto di debolezza potrebbe essere sfruttato da chi, ancora oggi, non vede di buon occhio il governo Meloni. Anche all’interno dello stesso centrodestra.