Giorgia Meloni scende in campo in difesa del cibo naturale, del made in Italy e per la lotta al contrasto delle imitazioni dei prodotti italiani. Lo ha annunciato in un videomessaggio di qualche minuto inviato oggi, 15 dicembre, all’assemblea di Confagricoltura. La presidente del Consiglio, impegnata a Bruxelles, ha voluto comunque partecipare con una clip in cui ha espresso con forza il punto di vista del governo. «Questo governo si è dato una doppia missione», ha spiegato, «da una parte vogliamo difendere il diritto di una nazione di scegliere il proprio modello produttivo e alimentare. In alternativa all’omologazione alimentare globale e al cibo sintetico. Dall’altra abbiamo il dovere di tutelare i consumatori, assicurando cibo disponibile per tutti e di qualità».

Meloni: «Italia in prima linea»
Giorgia Meloni è chiara e prima di tutto bisogna difendere la qualità del cibo italiano, tanto all’interno del Paese quanto nel resto del mondo. «L’Italia», dichiara, «sarà in prima linea nella difesa del cibo naturale, uno dei punti di forza del nostro made in Italy, e intende contrastare in ogni sede il cibo artificiale, che rischia di spezzare il legame millenario che esiste tra la filiera agroalimentare e i prodotti destinati al consumo. Il settore agroalimentare italiano è sinonimo di eccellenza e di sostenibilità: è nostro compito continuare a contrastare in ogni sede qualsiasi tentativo di omologazione alimentare l’odiosa imitazione dei nostri prodotti di eccellenza».
La premier: «Nutriscore è un progetto accantonato»
La presidente del Consiglio parla anche di Nutriscore. Il modello di rating che l’Unione Europea ha tentato di inserire sulle etichette dei prodotti è stato bocciato da alcuni Paesi, tra cui proprio l’Italia. E Meloni spiega che «il Nutriscore è un progetto al momento accantonato: è stata una delle materie oggetto del mio primo incontro con la presidente della commissione Ursula von der Leyen, ma il governo continuerà a vigilare per evitare sorprese». Per lei si tratta di uno di «quei sistemi di etichettatura fuorvianti che danneggiano il made in Italy». L’alternativa? «Vogliamo lavorare per costruire altri strumenti che siano davvero capaci di fornire ai consumatori informazioni chiari e trasparenti su ciò che comprano. Saremo in prima linea in difesa del cibo naturale».
