Tomohiro Kato è stato giustiziato per impiccagione nel carcere di Tokyo. Il 39enne era stato condannato a morte per aver ucciso sette persone nel giugno 2008 nelle strade di Akihabara, il distretto degli amanti dell’elettronica della Capitale giapponese. L’allora 25enne alla guida di un camion aveva travolto alcuni pedoni all’ora di pranzo uccidendo tre persone. Poi era sceso dal mezzo e con una lama a doppio taglio ne aveva uccise altre quattro, otto i feriti. Arrestato dalla polizia, Kato ha ammesso la sua colpevolezza nel processo. La sua condanna a morte era stata confermata dalla Corte d’appello nel settembre 2012, dopo un verdetto di primo grado nel marzo 2011. La Corte suprema giapponese aveva respinto l’appello di Kato nel 2015, rendendo la sentenza definitiva.
Il mancato rinnovo del contratto e il bullismo online
Kato all’epoca dei fatti era lavoratore precario in uno stabilimento di produzione di componenti per auto in una piccola città del Giappone centrale. Dopo aver appreso che il suo contratto non sarebbe stato rinnovato ha pianificato il massacro. Su internet aveva scritto di temere di perdere tutto e diventare un senza tetto. Durante il processo Kato aveva spiegato anche di essere stato spinto a commettere la strage dal bullismo online.
La prima esecuzione del 2022
Si tratta della prima esecuzione in Giappone dallo scorso dicembre, quando tre persone condannate per omicidio sono state giustiziate per impiccagione. Al momento restano più di 100 prigionieri nel braccio della morte. Il Giappone è, insieme agli Stati Uniti, uno degli ultimi Paesi industrializzati e democratici a ricorrere ancora alla pena di morte, condanna ampiamente sostenuta dall’opinione pubblica giapponese.