Il Giappone dirà addio ai floppy disk: al loro posto server cloud
Il ministro per gli Affari Digitali del Giappone vuole eliminare i dischetti, ancora unico strumento per salvare dati governativi. In arrivo server sul cloud online, ma c'è chi preferisce la tradizione.
«Il ministero dichiara guerra ai floppy disk». Così il ministro degli Affari digitali giapponese, Taro Kono, ha annunciato la prossima mossa del governo. L’obiettivo è modernizzare la burocrazia del Paese, troppo ancorata a strumenti ormai obsoleti. I vecchi dischetti, fuori produzione dal 2011, sono infatti ancora oggi, assieme a CD-Rom e Hard Disk, il mezzo che il governo utilizza per salvare i dati ufficiali in circa 1900 procedure. L’iniziativa ha però già incontrato l’opposizione dei conservatori.
Digital Minister declares a war on floppy discs.
There are about 1900 government procedures that requires business community to use discs, i. e. floppy disc, CD, MD, etc to submit applications and other forms. Digital Agency is to change those regulations so you can use online.— KONO Taro (@konotaromp) August 31, 2022
Perché il rinnovamento digitale del Giappone procede a rilento
Noto per le sue tecnologie avanzate, il Giappone in realtà mantiene sacche di arretratezza digitale. Le agenzie governative infatti salvano e inviano dati ufficiali anche di rilevanza nazionale su vecchi floppy disk, CD-Rom e hard disk fisici. Una tendenza che si protrae dagli Anni 80, quando Tokyo impose con una legge a tutti i membri del governo di attuare tali procedure di archiviazione e trasporto dati. Oggi però tutto potrebbe cambiare. Il neo ministro Kono ha intenzione di dare un forte impulso al rinnovamento del Paese. «Dove puoi comprare floppy disk al giorno d’oggi?», ha dichiarato in conferenza stampa.

Il ministro ha confermato la sua idea con un post su Twitter, dove ha ricordato le circa 1900 procedure che ancora oggi prevedono il solo uso di strumenti fisici. «Cambieremo queste regole per consentire l’uso online». Il primo ministro Fumio Kishida ha già dato la sua approvazione. L’obiettivo è introdurre un server cloud, al fine di velocizzare la macchina governativa ed estenderne l’accesso alla collettività. Stando a quanto riportano i media locali, entro fine anno si potrà visionare una prima bozza del piano cui gli altri ministeri e le agenzie dovranno uniformarsi. Martedì scorso, una task force si è riunita per discutere la revisione delle attuali procedure e alcune idee per utili miglioramenti. In passato, il Giappone aveva dovuto far fronte a grossi problemi derivanti dall’utilizzo di floppy disk. Nel dicembre 2021 la polizia di Tokyo aveva infatti perso due dischetti contenenti informazioni private di 38 richiedenti asilo.
Il precedente degli hanko e il caso degli Stati Uniti
Taro Kono, già ministro degli Esteri fra 2017 e 2019 nel governo di Shinzo Abe, ha spesso criticato le inefficienze burocratiche del Giappone. Su tutte, l’utilizzo di fax e hanko, timbro rosso intagliato necessario per firmare documenti ufficiali come le licenze di matrimonio. Ha cercato di limitarne l’uso, senza successo, già in qualità di ministro delle Riforme Amministrative tra il 2020 e ilc2021. La sua rivoluzione digitale ha però trovato il muro di alcuni politici, che hanno ritenuto il fax più autentico e formale di una semplice e-mail. «Sto ancora cercando di sbarazzarmene», ha scherzato durante la conferenza stampa di martedì. Eppure il Giappone non è l’unica nazione in lotta per eliminare la tecnologia obsoleta. Come riporta Bloomberg, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha posto fine all’uso dei floppy per la gestione dell’arsenale nucleare solo nel 2019.