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La favola di Giannis Antetokoumpo raccontata da Cassini in Odissea

Da un sobborgo della Nigeria alla Grecia. Dove da apolide si fa notare sul parquet. E poi la Spagna e il grande salto nell’olimpo del basket: la NBA. Odissea di Andrea Cassini racconta la favola di Giannis Antetokoumpo, the Greek Freak di Milwaukee. Uno dei campioni non Usa più titolati di sempre.

30 Ottobre 2022 17:33 Andrea Frateff-Gianni
La favola di Giannis Antetokoumpo raccontata da Cassini in Odissea

È ripartito da qualche giorno l’NBA, il più famoso e prestigioso campionato di basket del mondo, e anche quest’anno una delle stelle è Giannis Antetokoumpo aka the Greek Freak, un ragazzone greco di origine nigeriana la cui storia sarebbe perfetta per essere narrata in un kolossal hollywoodiano o in lungometraggio della Pixar. Lo fa in maniera ragguardevole un libro uscito da poco, edito da 66thand2nd, intitolato Odissea, scritto da Andrea Cassini, traduttore, romanziere e giornalista sportivo per L’Ultimo Uomo.

La favola di Giannis Antetokoumpo raccontata da Cassini in Odissea
Giannis Antetokoumpo, Odissea di Andrea Cassini.

L’eroe che ha riportato Milwaukee al centro della mappa del basket che conta

«Sbarcato in NBA nel 2013 quando era ancora uno sconosciuto e magrissimo 19enne greco», scrive Cassini, «Antetokoumpo è migliorato così tanto da vincere il premio di Most Improved Player, nel 2017, e poi addirittura due premi di MVP della stagione regolare, nel 2019 e nel 2020, a cui ha aggiunto anche il riconoscimento come difensore dell’anno, un’accoppiata riuscita solo a Michael Jordan e Hakeem Olajuwon. Ha infilato tre convocazioni all’All Star Game e ha raggranellato statistiche individuali che, per efficienza e dominio sulla partita, hanno richiamato come termine di paragone Shaquille O’Neal e soprattutto Wilt Chamberlain». Basterebbe questo per sperticarsi le mani di applausi considerando che a 27 anni non ancora compiuti, si presenta già tra i giocatori international, cioè non americani, più titolati di sempre e che è stato l’uomo in grado di riportare i Bucks di Milwaukee al centro della mappa del “basket che conta” 50 anni dopo Oscar Robertson e Kareem Abdul-Jabbar.

La favola di Giannis Antetokoumpo raccontata da Cassini in Odissea
Giannis Antetokounmpo (Getty Images).

L’Odissea di The Greek Freak, dalla Nigeria all’Europa fino all’olimpo del basket Usa

La storia di the Greek Freak però viene da lontano e Odissea la racconta dal principio, partendo dalla migrazione dei suoi genitori da un villaggio suburbano della Nigeria per Lagos e successivamente in Europa, in Grecia, ad Atene, nel popoloso distretto operaio di Sepoia, a nord della Capitale. I nigeriani immigrati in Grecia non hanno diritto alla cittadinanza, sono apolidi. Il padre si arrabatta in mille lavori per mantenere la famiglia, la mamma si ricicla tuttofare, donna delle pulizie e Giannis e i suoi fratelli vendono vestiti e borse contraffatte sulle bancarelle vicino all’Acropoli. Poi a un certo punto arriva il basket, che in Grecia ha una lunga e antica tradizione e tutto cambia. Arriva la sliding door. Giannis arriva alla seconda categoria greca con la maglia del Filathlitikos, club che grazie a lui si ritrova a lottare per un’insperata e inedita promozione nella massima categoria. «Con le telecamere della televisione greca che sbarcano nella palestra dai muri gialli e grigi, la nazione si accorge di Giannis», scrive Cassini, «è un elemento così innovativo, una mina vagante e una macchia di colore nell’austero basket greco, che in breve tempo diventa il beniamino dei tifosi». Seguiranno un contratto con il Saragozza nel campionato spagnolo e il definitivo sbarco negli Stati Uniti, in NBA, anche se al momento delle prime sirene americane Giannis Antetokoumpo è ancora privo di cittadinanza, apolide, invisibile e inesistente agli occhi dello Stato greco. Va da sé che Giannis immediatamente diventa da persona non grata a cavallo vincente e addirittura ambasciatore della Grecia nel mondo. Si realizza così la favola di Giannis, «il greco e il nigeriano, l’apolide salvato dall’America e che a sua volta ha salvato Milwaukee». La storia di Giannis che da eroe dei tre mondi con la sua storia di povertà e riscatto diventa il volto dell’NBA progressista dell’era Trump e l’impersonificazione vivente del sogno americano. Il sogno dell’uno su 38 milioni che ce la fa.

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