Gianmarco Senna è uno degli “architetti” del modello lombardo del Terzo polo. O, come preferisce chiamarlo lui, del «centro del buon senso» che cerca spazio anche in Lombardia. Milanese doc, classe 1970, recordman di preferenze per la Lega a Milano alle Regionali del 2018, Senna ha fatto scalpore a fine 2022 lasciando il Carroccio. E scegliendo di sostenere a tutto campo Letizia Moratti e il progetto centrista di Matteo Renzi e Carlo Calenda.
Senna, gli inizi con Tangentopoli e una carriera nella ristorazione
Non è Senna a aver cambiato le posizioni, ma è la Lega a essersi schiacciata troppo a destra, ragiona con chi gli è vicino il politico che è si è dedicato all’impegno civico ai tempi di Tangentopoli, conquistato da Gianfranco Miglio e dalle battaglie per l’autonomia. Rodato da esperienze professionali in Grecia, Australia e California, avviata una lunga carriera imprenditoriale nella ristorazione, Senna nel 2018 è stato eletto consigliere regionale dopo una parentesi da consigliere di municipio a Milano dal 2011 al 2016. Oggi, Senna è uno dei fari dei centristi in Lombardia che si avviano alla sfida tra la Moratti e i favoriti della corsa, Attilio Fontana e Pierfrancesco Majorino, al voto del 12-13 febbraio. Dopo quelle date, a prescindere dal risultato, l’ex leghista vuole strutturare un progetto politico.

Non bastano i frontman Renzi e Calenda: il Terzo polo deve mettere le radici
Il Terzo polo è stato finora campo fertile per i frontman. Così hanno fatto Calenda e Renzi a Roma. Così ha provato a replicare Letizia Moratti nella corsa a Palazzo Regione. Ma per durare bisognerà mettere radici, e Senna intende fare della Lombardia il laboratorio per qualcosa che miri a durare. E che, ragionano molti esponenti di vertice, deve sì guardare all’eredità di Mario Draghi, ma anche alle forze vive della società civile. Per il Terzo polo uscire dalla nostalgia draghiana e dalla dipendenza dall’immagine dei singoli leader è fondamentale. Un primo test sarà il risultato dei candidati, politici e civici, alla corsa a Palazzo Regione. Grande attenzione proprio su Senna, primo con oltre 3.600 consensi nel 2018 a Milano in quota Lega.

Moderati che non si riconoscono nei populismi di destra e sinistra
La narrazione politica del centro in Lombardia è chiara: i moderati di una parte e dell’altra si sono trovati isolati nella polarizzazione del Paese. Da un lato dunque ci sarebbero i pragmatici, dall’altro gli “opposti populismi” della destra e di una sinistra in cui il Partito democratico appare troppo condizionato dal Movimento 5 stelle. In Lombardia, per figure come Senna, la minaccia maggiore è quella dello statalismo spinto che unisce i grillini con Fratelli d’Italia. A cui contrapporre la ripresa del “sindacato del territorio” fatto di associazionismo, istituzioni locali, libera impresa.

Parole chiave: sindacato del territorio e liberalismo ambrosiano
Il “liberalismo ambrosiano”, laico, riformista, centrista e anti-statalista, come cifra distintiva del Terzo polo di domani? Questo l’obiettivo politico di figure come Senna. Che provano a mediare tra le vicissitudini romane e quelle di Milano. Per fare del capoluogo lombardo un modello di politica. E soprattutto giustificare l’operazione Moratti e le conseguenze che essa imporrà. Nella consapevolezza che la Lombardia non è certamente un sistema perfetto, ma ha le forze per diventare un esempio di trasformazione, mantenendo le sue prerogative su sanità e sviluppo territoriale. Spingendosi però a rodarle dove necessario. Pragmatismo leghista figlio del territorio a servizio di una proposta di alternativa: il centro di Senna è un centro che ha esperienza di governo e si presenta come vero interprete del modello lombardo.

Con la Lega in calo, c’è un’opportunità politica da cogliere
In quest’ottica, il tema dei territori è messo al centro del discorso del Terzo polo proprio nella percezione che ad abbandonarlo sia stata quella Lega che se ne è a lungo fatta interprete. La finestra di opportunità che potrebbe aprire un’egemonia in Lombardia di Fratelli d’Italia, partito percepito al centro come slegato dalle istanze territoriali e centralista, è nell’ottica del Terzo polo tutta da cogliere. Tra Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), riforma sanitaria, sviluppo del sistema produttivo, coesione e crescita delle infrastrutture, gli anni in arrivo saranno decisivi per la Lombardia. E se da un lato, anche all’ombra della futura egemonia di Fdi, nella Lega c’è chi in nome del buon governo vuole recuperare consensi, nel Terzo polo il calcolo è esattamente simmetrico. Si mira ai prossimi anni per confermare il centro moderato come vera alternativa di sistema alla destra. In Lombardia come a Roma. E in quest’ottica persone come Senna sono pronte a muoversi con attenzione, per sfidare dal basso a colpi di preferenze e istanze la coalizione maggioritaria nel Paese, su battaglie pragmatiche e progetti da realizzare. A prescindere dal risultato di Letizia Moratti.