La notte fra il 23 e 24 settembre del 2017 è una data che i genitori e gli affetti della ventunenne Giada Russo difficilmente potranno mai dimenticare. Quel giorno, infatti, la giovane perse la vita in un tragico incidente stradale mentre si trovava a bordo di una Porsche. Ebbene, a quasi 6 anni di distanza dal dramma, il cerchio si è ufficialmente chiuso rispetto alle indagini delle forze dell’ordine, che sono finalmente giunte ad una conclusione rispetto alle responsabilità del sinistro.
Giada Russo morta in un incidente stradale nel 2017: arrestata l’amica
Il tremendo schianto contro un platano era avvenuto a 130 km/h sulla Vecchia Aurelia, in località Donoratico, nel comune di Castagneto Carducci. Lo scontro frontale aveva proiettato il corpo della ragazza fuori dall’abitacolo, uccidendola praticamente sul colpo. A nulla era servito l’intervento del 118, rapidamente accorso sul luogo del sinistro: una volta arrivati, i medici non avevano potuto fare altro che constatare la morte della ragazza.
A diversi anni di distanza, ricostruendo i fatti, è stato dunque possibile determinare il responsabile. Dopo un lungo procedimento penale per reato di omicidio stradale e falso materiale, a finire in carcere è stata la 25enne Martina Mucci, l’amica storica della vittima che quella notte stava guidando la Porsche 911 Carrera presa a noleggio.
La ricostruzione degli inquirenti
Stando a quanto riferito dai Carabinieri di Donocratico e in base ai rilievi e gli accertamenti, la giovane alla guida era abituata a noleggiare autovetture di lusso e di grossa cilindrata che conduceva con una patente falsa, che in realtà non aveva mai conseguito. Altrettanto problematico è il fatto che, a soli 19 anni, di certo non avrebbe mai potuto guidare un’automobile di una cilindrata superiore ai 300 cavalli. Non è chiaro cosa abbia provocato la perdita di controllo del mezzo, per di più avvenuta in un tratto di strada rettilineo. Mucci è già stata trasferita nel carcere di Pisa, dove dovrà scontare una pena di 4 anni e 8 mesi di reclusione.