Ma quella Giada Giraldi indicata nelle cronache giudiziarie, emerse oggi ma relative al 2017, come oggetto di un indebito interessamento da parte del presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi, che avrebbe fatto pressioni sull’avvocato Piero Amara per evitarle un licenziamento, è la stessa il cui nome nel 2018 fu accostato a quello di un altro avvocato, Luca Lanzalone, allora presidente di Acea, poi indagato per corruzione dai magistrati romani?
In Acea portata da Lanzalone
Eh, sì, è proprio la stessa. Definita dai protagonisti delle due vicende come “esperta di pubbliche relazioni”, e come tale assunta in Acea, dove puntava a insidiare la posizione di direttore delle relazioni esterne Massimiliano Paolucci (oggi in Terna, dove ha seguito l’allora ad della municipalizzata romana Stefano Antonio Donnarumma), l’appariscente Giada fu segnalata da Patroni Griffi al faccendiere Fabrizio Centofanti, pierre dell’Acqua Marcia di Francesco Caltagirone Bellavista e già salito alle cronache come amico di Luca Palamara, che a sua volta la sistema con un contratto da 4 mila euro al mese presso la Dagi Srl, una società di Amara, uomo allora onnipotente in Eni.
Sotto la lente del Consiglio di Stato
Patroni Griffi, all’epoca presidente della Quarta sezione del Consiglio di Stato, non solo la segnala, ma la difende quando Amara – forse per conquistarsi credito nei confronti del potente giudice amministrativo – fa intendere di volersi liberare della Giraldi. Vicenda, questa, che è ora al centro di una delle innumerevoli deposizioni rilasciate da Amara ai magistrati milanesi, che gli hanno dato credito nell’accusare i vecchi e i nuovi vertici dell’Eni per l’affaire Nigeria (ma la magistratura giudicante li ha mandati assolti) ed è costata non poco a Patroni Griffi visto che è stato indagato per “induzione indebita a dare o promettere utilità”. I pm della Capitale gli hanno infatti notificato a mezzo stampa un avviso di garanzia “casualmente” nei giorni in cui a Palazzo Spada si decide sul ricorso presentato dal procuratore generale di Firenze Marcello Viola contro la nomina di Michele Prestipino a procuratore di Roma.
Ma torniamo alla brillante Giada. L’anno dopo questa vicenda, Giraldi cambia frequentazioni, e in un momento in cui i 5Stelle sono al massimo del loro fulgore (hanno appena vinto le elezioni politiche del 2018), in un salotto romano conosce Luca Lanzalone, avvocato genovese che è entrato nelle grazie dei grillini, tanto che gli viene assegnato il compito di seguire la vicenda del nuovo stadio della Roma che doveva realizzare Luca Parnasi. Per queste relazioni politiche Lanzalone conquista la presidenza di Acea, dove lo piazza il sindaco Raggi, e lì si porta Giraldi, cui concede un contratto per le pubbliche relazioni da 55 mila euro annui.
Dove è finita Giada Giraldi?
Succede però che le vicende di Parnasi incappano nelle indagini della magistratura, Lanzalone finisce agli arresti domiciliari e le malelingue si scatenano attribuendogli – lui sposato – una relazione con Giada che i protagonisti hanno sempre smentito. Ma la Giraldi, che si definisce esperta di comunicazione e relazioni pubbliche, commette un clamoroso errore: si presenta, asserendo di essere giornalista e di scrivere per una testata online, alla conferenza stampa del procuratore aggiunto Paolo Ielo proprio sui provvedimenti restrittivi della libertà di Parnasi e Lanzalone, omettendo quale fosse il suo incarico nell’azienda municipalizzata. Risultato: viene cacciata dalla conferenza stampa e messa alla porta da Acea, dalla quale nel frattempo Lanzalone si dimette, dapprima solo dalla presidenza e poi anche dal consiglio di amministrazione.
Sono passati tre anni, e della Giraldi si sono completamente perse le tracce, complice la fine della stagione dei salotti e delle relazioni sociali causa Covid. Ma non è detto che prima o poi da qualche parte Giada tornerà alla ribalta.