È iniziato uno dei processi più attesi in Germania. Settantasei anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, un’ex guardia del campo di concentramento nazista di Sachsenhausen, vicino a Berlino, è da oggi sotto processo per aver assistito all’omicidio di 3.518 prigionieri. Josef S (il cognome completo è Schuetz ma in Germania non si può divulgare il nome di un imputato) è accusato di complicità per la fucilazione di prigionieri di guerra sovietici e dell’omicidio di altri con il gas Zyklon B.
Processo all’ex guardia nazista: l’imputato più anziano per crimini nazisti
Si tratta dell’imputato più anziano processato per crimini nazisti. Solo negli ultimi anni i nazisti di rango inferiore sono stati portati in tribunale. Grazie alla condanna, dieci anni fa, dell’ex guardia delle SS John Demjanjuk che ha creato un precedente, consentendo ai pubblici ministeri di accusare le persone di favoreggiamento nei crimini nazisti nella Seconda guerra mondiale. Fino ad allora, la partecipazione diretta all’omicidio doveva essere dimostrata.
Processo all’ex guardia nazista: l’imputato non si esprimerà sui fatti contestatigli
Identificato come Josef S, a causa delle leggi tedesche sulla privacy, l’imputato è stato condotto in un palazzetto dello sport appositamente adattato in una prigione di Brandenburg an der Havel, dove il processo è iniziato in condizioni di stretta sicurezza. Josef S, che è arrivato con un deambulatore, «non si esprimerà» sui fatti che gli sono contestati, «ma darà solo delle informazioni sulla sua situazione personale», ha dichiarato Stefan Waterkamp, avvocato dell’ex caporal maggiore di una divisione delle SS di stanza nel lager di Sachsenhausen.
Altri processi ad ex-nazisti: il caso Irmgard Furchner
Irmgard Furchner era la dattilografa nel campo di concentramento nazista di Stutthof, 37 chilometri a est di Danzica, in Polonia. A 96 anni, adesso, dovrà rispondere di quell’attività davanti ai giudici del tribunale tedesco di Itzehoe, nella regione dello Schleswig-Holstein. È la storia di Irmgard Furchner, accusata di concorso in omicidio di oltre undicimila persone.
La donna, rivestiva l’incarico di segretaria del comandante del campo, in piena Seconda guerra mondiale, a cavallo tra il 1943 e il 1945. Nello specifico si occupava della corrispondenza del suo superiore, battendo a macchina gli ordini di esecuzione dei condannati a morte.