È il primo test vero per il cancelliere Olaf Scholz, alla guida della coalizione semaforo con i verdi e i liberali dallo scorso autunno. Quelle in Saarland a marzo e in Schleswig-Holstein la scorsa domenica non fanno molto testo: la vittoria nella più piccola regione tedesca al confine con la Francia è derivata anche dal tracollo dell‘estrema sinistra della Linke, che ha spostato i voti sulla socialdemocrazia moderata; il tonfo nel Land più settentrionale con poco più di due milioni di elettori e un’astensione del 40 per cento è stato certamente un brutto segnale, ma confinato. La tornata elettorale in Nord-Reno Vestfalia, la regione più popolosa di tutta la Germania con quasi 18 milioni di abitanti e circa 13 milioni di elettori, è invece ben diversa e il risultato sarà sicuramente recepito anche a Berlino come un giudizio sull’operato del governo e del cancelliere, insediatosi all’inizio di dicembre 2021 e giunto ormai al giro di boa dei primi sei mesi.
Scholz offuscato dallo spumeggiante duo verde Baerbock-Habeck
La partenza per Scholz non è stata certo facile. Innanzi tutto per il fatto di aver formato un governo mai visto prima a livello nazionale, dove il rosso della Spd si è affiancato al verde che era già stato protagonista nella coalizione a due tra il 1998 e il 2005, e al giallo della Fdp, il partito liberale risorto dopo la poco brillante alleanza del governo di Angela Merkel tra il 2009 e il 2013 e gli ultimi anni prima nel purgatorio fuori dal Bundestag e poi all’opposizione. Questione di meccanismi e ingranaggi da oliare e anche di personale da amalgamare, con il poco appariscente Scholz affiancato dal duo verde più spumeggiante formato da Annalena Baerbock (ministra degli Esteri) e Robert Habeck (vicecancelliere e ministro dell’Economia e della protezione climatica) e dal leader liberale Christian Lindner, ministro delle Finanze e nuovo cane da guardia dei conti tedeschi sulla scia di Wolfgang Schaüble.

L’invasione russa ha creato turbolenze all’interno del governo semaforo
E poi è arrivata l’invasione russa a scombussolare i piani di una coalizione che mentre si stava assestando e aveva appena sfornato un programma sul lungo periodo, soprattutto per quel che riguardava economia e ambiente, ha dovuto affrontare turbolenze interne mediando fra le varie posizioni sulla Russia, tra falchi verdi e gialli e moderati rossi. Su questo sfondo, con i rating di Scholz non proprio brillanti e i sondaggi nazionali che hanno riportato la Cdu di Friedrich Merz sugli scudi, arrivano dunque le elezioni per il rinnovo del parlamentino di Düsseldorf dove dal 2017 governa una coalizione tra cristianodemocratici e liberali alla cui testa c’è Hendrik Wüst. I sondaggi della vigilia pronosticano un testa a testa tra la Cdu e la Spd di Thomas Kutschaty.

La Spd cerca di riprendersi il Nordreno-Vestfalia con Thomas Kutschaty
Dalla fine degli Anni Sessanta il Nordeno-Vestfalia è sempre stato un Land tradizionalmente rosso: degli ultimi 55 anni la socialdemocrazia ha governato per 47, solo tra il 2007 e il 2011 e dal 2017 ha dovuto cedere il passo alla Cdu. Wüst è stato nominato ministro-presidente nell’ottobre del 2021 dopo l’uscita di scena di Armin Laschet, eletto appunto nel 2017 e destinato a diventare il successore di Angela Merkel prima di naufragare nella disastrosa campagna elettorale dello scorso anno e del ritiro dalle scene, compreso quella del vertice del partito ceduto a Merz. Kutschaty è l’astro nascente della socialdemocrazia renana ed è anche nel direttorio nazionale. Il vento non è troppo favorevole alla Spd, che però ha solo un minimo svantaggio sulla Cdu (32 per cento contro 29 negli ultimi sondaggi prima del fine settimana) e tutto si gioca quindi sul filo di lana. I verdi sono stabili sul 17 per cento, ma sognano un exploit sulla scia tracciata a Berlino da Baerbock e Habeck, mentre i liberali si giocheranno i quarto posto con la destra radicale della Alternative für Deutschland. Per il prossimo governo a Düsseldorf bisognerà quindi aspettare, visto che il gioco delle coalizioni è aperto a più soluzioni, tra il proseguimento di quella attuale, o magari con l’inserimento dei Grünen, oppure a un ritorno della Große Koalition tra i due maggiori partiti.