Il meglio Verde

Stefano Grazioli
07/12/2021

Nei Grünen da 20 anni, Robert Habeck è il nuovo vice cancelliere e superministro dell'Economia e del Clima nel governo tedesco guidato da Scholz. Dalla decarbonizzazione alle rinnovabili, tutte le sfide del leader ambientalista.

Il meglio Verde

La Germania ha un nuovo cancelliere, il socialdemocratico Olaf Scholz, alla guida per la prima volta nella storia di una coalizione tripartitica, battezzata a Berlino Ampel, semaforo, con riferimento ai colori dei rispettivi partiti: rosso (Spd), verde (Grünen) e giallo (Fdp). E per la prima volta ci saranno un vice-cancelliere e un vice-vice-cancelliere, gli angeli custodi di Scholz, in ordine di grandezza, quindi il verde Robert Habeck come secondo in comando e il liberale Christian Lindner buon terzo. Quest’ultimo sarà anche ministro delle Finanze, mentre il Vizekanzler in Grün sarà al superministero dell’Economia e del Clima.

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Per Habeck e Lindner molte sfide sul tavolo

La divisione delle poltrone nelle scorse settimane è stata in armonia e ha in fondo condotto i tre uomini forti agli obiettivi che si erano posti. Se Scholz veniva comunque già dalla Grande coalizione con la Cdu di Angela Merkel ed era già stato ministro e vice-cancelliere, per gli altri due si tratta di una première nella stanza dei bottoni. Se da una parte è evidente che Lindner non potrà che continuare sulla linea tracciata dai suoi predecessori, che dal 1966 sono stati o cristianodemocratici o socialdemocratici, per ultimo proprio Scholz, dall’altra ci sono molte aspettative su quello che combinerà Habeck nel ruolo di superministro e di vice cancelliere. La posizione non è delle più comode, partendo dal fatto che le promesse elettorali devono essere tramutate in azioni politiche, e in aggiunta ci sono le crisi, quelle che interessano direttamente il suo ministero, cioè quella climatica con annessi e connessi relativi alla transizione verde della Germania per i prossimi decenni, e quelle che hanno a che fare con il suo ruolo di vice, ossia tutte le altre, a partire dalla quella attualissima con la Russia, che con i suoi risvolti energetici ed economici va comunque a interessare indirettamente le questioni del nuovo superministero.

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Da sinistra, Christian Lindner, Olaf Scholz, Robert Habeck (Getty Images).

Il vice-cancelliere da 20 anni nei Grünen 

Robert Habeck dovrà dimostrare di essere all’altezza di Joshka Fischer, il primo vice-cancelliere verde in due governi tedeschi, quelli guidati dal socialdemocratico Gerhard Schröder dal 1998 al 2005. Habeck, nato nel 1969 a Lubecca, è stato eletto leader dei Grünen in coppia con Annalena Baerbock, finita a fare la ministra degli Esteri, nel 2018. Prima è stato ministro dell’Ambiente e vice-governatore regionale nello Schleswig-Holstein, la sua regione natale, quella più a nord della Germania al confine con la Danimarca, in una coalizione con la Spd e il piccolo partito della minoranza danese. È da 20 anni nel partito, in cui è entrato nel 2002, quando appunto i Grünen erano al governo a Berlino con la Spd. Allora la Germania si era associata alla guerra della Nato in Kosovo tra il 1998 e il 1999 e si apprestava a dire nein a quella della coalizione dei volenterosi in Iraq nel 2003, uno dei pochi Paesi in Europa che non credette alle prove fornite dagli Stati Uniti, poi rivelatesi false, delle armi di distruzioni di massa in possesso di Saddam Hussein. Ai tempi della prima guerra del Golfo, quella del 1991, Habeck aveva iniziato a studiare filosofia e ci sarebbero voluti dieci anni prima di avvicinarsi alla politica attiva, dopo la laurea ad Amburgo e l’inizio dell’attività di scrittore, anche per libri per bambini, in tandem con la moglie Andrea Paluch.

Robert Habeck, leader verde e vice-cancelliere
I leader dei Verdi Annalena Baerbock e Robert Habeck (Getty Images).

Dalla decarbonizzazione alle rinnovabili: il programma del superministero su energia e clima

Il suo approccio alla politica è sempre stato un po’ filosofico e un po’ pragmatico, ma mai come d’ora in avanti dovrà abituarsi a tenere i piedi ben piantati per terra. Il programma dell’Amperkoalition è ambizioso, ancora di più quello che riguarda il suo superministero, con la decarbonizzazione anticipata al 2030 e il raddoppio delle energie rinnovabili nei prossimi 10 anni. Filosoficamente nell’accordo sottoscritto con gli altri partiti di governo si parla di obiettivi ideali e le spalle sono dunque coperte in partenza. La sfida per Habeck, come per tutti gli altri ministri verdi sotto il colorato ombrello di Scholz, sarà quella di gestire il passaggio dall’opposizione al governo senza perdere la faccia. Si tratta quindi della mediazione con i poteri forti dell’industria tedesca e le loro lobby che sussurrano al Bundestag e del posizionamento a livello internazionale, vedasi in primo luogo alla voce Nordstream con il gas russo fondamentale nel prossimo decennio per poter accelerare la transizione verde e i rapporti con il Cremlino da gestire in maniera equilibrata. In definitiva, trattandosi di un governo di coalizione, ne usciranno sempre dei compromessi, spesso al ribasso, molto pragmatici e poco ideologici, che l’eloquente Robert Habeck non farà fatica a spacciare per successi verdi.