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Germania, il dialogo tra Cdu e Afd non è più un tabù

Durante l’era Merkel, la Cdu aveva alzato un muro contro ogni possibile contaminazione da parte dell’Afd. Ora con i cristiano-democratici all’opposizione quella barriera comincia a scricchiolare. Soprattutto a livello regionale, tra Turingia e Sassonia, dove si registrano prove di avvicinamento.

29 Novembre 2022 17:43 Stefano Grazioli
Germania, il dialogo tra Cdu e Afd non è più un tabù

Una volta era un tabù. Ma i tabù esistono anche per essere infranti. Ai tempi, nemmeno tanto lontani, di Angela Merkel, i conservatori della Cdu, in primis la loro indiscussa leader, cancelliera per 16 anni, avevano eretto un muro alla loro destra per evitare ogni tipo di contaminazione con l’Alternative für Deutschland, partito della destra radicale forte soprattutto nelle regioni della vecchia Germania Est. Ogni contatto, per non dire collaborazione, con gli estremisti dell’Afd era considerato un tabù. Anche i leader che si sono succeduti al vertice del partito conservatore tedesco, da Annegret Kramp Karrenbauer ad Armin Lascher per finire a quello attuale, Friederich Merz, hanno sempre sostenuto la stessa linea. Che però, con il passaggio della Cdu all’opposizione, comincia a scricchiolare.

Con il passaggio della Cdu all’opposizione il muro merkeliano comincia a scricchiolare

Le elezioni del 2021 hanno ribaltato lo spettro politico tedesco: mai tre partiti si erano ritrovati in una colazione di governo, considerando ovviamente l’alleanza tra Cdu e la sorella bavarese Csu un’unica entità. Dallo scorso autunno con il governo semaforo formato dai socialdemocratici della Spd, i verdi e i liberali della Fdp, al Bundestag l’opposizione è composta dai moderati della Cdu e dalle ali estreme, quella sinistra della Linke e quella destra della Afd. E Merz si è trovato così accanto ai due leader scomodi della Afd, Alice Weidel e Tino Chrupalla. A Berlino i rapporti sono a distanza, dato che comunque il cancelliere Olaf Scholz gode di una solida maggioranza e i giochi dell’opposizione non preoccupano. A livello regionale, però, la questione è diversa ed è proprio nei Länder che il tabù si è infranto. Piccoli movimenti, ancora, ma che segnalano come nel muro voluto da Frau Merkel stiano già aprendosi le prime crepe.

Alice Weidel e Tino Chrupalla, i due volti dell'Afd in Germania: la prima deve fare breccia a ovest, il secondo confermare la forza a Est
Alice Weidel and Tino Chrupalla, AfD (Getty Images)-

Cdu e Afd, il caso della Turingia e quelli più recenti della Sassonia

L’ultimo episodio è quello della Turingia, regione dell’ex Ddr, in realtà retta dal governatore della Linke Bodo Ramelow, sorretto da una coalizione tutta a sinistra con Spd e verdi. Si tratta di un governo di minoranza con all’opposizione Cdu e Afd insieme con i liberali. Dopo le elezioni del 2019 e la conseguente crisi senza che fosse stata trovata un’alleanza stabile di governo, era stato eletto governatore il liberale Thomas Kemmerich, sostenuto da Cdu e Afd. La rottura del tabù resse un paio di giorni e le pressioni da Berlino fecero saltare l’alleanza della destra con gli estremisti a Erfurt. Kemmerich fu costretto a dimettersi e la sinistra riprese le redini con Ramelov. L’allora portavoce dell’Afd dopo la breve elezione di Kemmerich disse che si trattava del primo tassello del cambiamento nella nuova Germania. Un paio di settimane fa Cdu e Afd sono riuscite a far passare nel parlamento di Erfurt una mozione contro la declinazione di genere negli uffici pubblici, nelle scuole e nelle università della regione. Una vittoria della destra all’opposizione che ha riportato alla ribalta le dichiarazioni di Merz e il muro cristianodemocratico per tenere lontano l’Afd. Sempre nelle regioni orientali della Germania, a livello locale, stanno emergendo avvicinamenti tra i politici dei due partiti, nonostante le direttive centrali: in Sassonia, il sindaco Cdu di Bautzen ha partecipato per esempio a manifestazioni vicine alla destra più radicale e neonazista; a Meissen in consiglio comunale Cdu e Afd hanno votato una risoluzione sul respingimento di profughi. Esempi che possono sembrare di poco conto, ma che cominciano a diventare sempre più frequenti e indicare una tendenza.

profilo del nuovo leader della cdu merz
Friedrich Merz, leader della Cdu (Getty Images).

L’indebolimento della Cdu e il radicamento territoriale dell’Afd

Che è in fondo naturale, dopo che negli ultimi 20 anni i due maggiori partiti di massa, Spd e Cdu, hanno iniziato a indebolirsi, perdendo voti a favore da una parte dei verdi e dall’altra appunto dell’Afd. Se per gli uni i numeri si sono assottigliati, l’Alternative für Deutschland è ormai un partito radicato sul territorio nelle regioni dell’Est e con il quale ormai tutti devono fare i conti. Se per la sinistra socialdemocratica, verde ed estrema è facile escludere ogni collaborazione con la destra radicale, per la Cdu e i liberali lo è molto meno, come si è visto in Turingia. Per vedere se e come potrà sviluppasi un’alleanza senza più tabù a destra, bisognerà però attendere le mosse dell’Afd che potrà sperare di oltrepassare il muro dove sino ad ora è rimasta confinata anche al livello nazionale, solo se ammorbidirà i toni e addolcirà il programma per avvicinarsi agli elettori del centro.

LEGGI ANCHE: Germania, perché l’onda neonazista prende di mira gli ucraini

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