Il Bayern Monaco ha deciso di ridurre gli stipendi ai calciatori non vaccinati contro il Covid-19 e posti per questo in isolamento. È il caso di Joshua Kimmich, in quarantena per la seconda volta da venerdì, dopo una nuova esposizione al Coronavirus. Lo riporta la stampa tedesca, sottolineando come lo stesso Kimmich fosse uscito appena martedì da un periodo di isolamento, necessario in quanto era entrato in contatto con il compagno di squadra Niklas Süle, risultato positivo la scorsa settimana.
Calciatori no vax, al Bayern ce ne sono cinque
Oltre a Kimmich, nella rosa del Bayern Monaco ci sono altri quattro calciatori apertamente no vax. Si tratta di Serge Gnabry, Jamal Musiala, Eric Maxim Choupo-Moting e Michael Cuisance: nessuno di loro ha ricevuto alcuna dose di vaccino e per questo, scrive il settimanale tedesco Bild am Sonntag, in caso di isolamento si vedranno tagliare lo stipendio. Il Bayern Monaco, che proprio senza Kimmich è incappato in una sconfitta per 2-1 ad Augusta nella 12esima giornata della Bundesliga, non ha voluto commentare la notizia. Quello di Kimmich, 26 anni, 279 presenze nel club bavarese e 64 nella Germania, è il caso più eclatante di calciatore no vax: per lui si parla di un taglio di 380 mila euro lordi a settimana.
Calciatori no vax, il paradosso del 2G
Il caso di Kimmich che rifiuta il vaccino per “motivi personali” ha acceso un forte dibattito in Germania, Paese alle prese con una nuova ondata pandemica. La Baviera, tra l’altro, insieme alla Sassonia è il Länder in cui il virus ha ripreso a galoppare più forte. E con il nuovo pacchetto di norme annunciato giovedì da Angela Merkel, negli stadi tedeschi si prospetta un bel paradosso. In base alla regola 2G, per entrare negli impianti sportivi di quasi tutto il Paese bisogna essere vaccinati o guariti, ma visto che i calciatori scendono in campo svolgendo un lavoro, per loro sarà sufficiente il tampone negativo. I governatori dei Länder chiedono la stretta anche per gli atleti, che però significherebbe obbligo vaccinale sul lavoro.
Calciatori no vax, Serie A “virtuosa”
La ritrosia del mondo del tennis al vaccino è cosa nota, su quella dei calciatori aleggia invece un po’ di mistero. In Italia i club sono tenuti a comunicare la scelta dei propri tesserati solo in caso di vaccinazione completa di tutto il gruppo squadra (giocatori e staff). Sono sei le squadre al 100 per cento immunizzate, mentre sarebbero in tutto una ventina i calciatori no vax. In più in vista Adrien Rabiot della Juventus, risultato di recente positivo al Covid. La percentuale di tesserati vaccinati, in Serie A, si aggira attorno al 98 per cento. Nella Premier League inglese, invece, circa la metà dei calciatori ha detto no al vaccino, nonostante i ripetuti appelli della Football Association.