Mastro Lindner

Stefano Grazioli
18/09/2021

Nel 2017 non entrò nella coalizione di governo, ma questa volta non intende commettere lo stesso errore. Consapevole che la sua Fdp può essere una stampella fondamentale per la Spd e per l'Unione.

Mastro Lindner

«Meglio non governare che governare male». Con questa frase alla fine di lunghe settimane di consultazioni nell’autunno del 2017, il leader della Fdp (il Partito liberale tedesco) Christian Lindner aveva liquidato la possibilità di un governo a tre con l’Unione (Cdu-Csu) di Angela Merkel e i Verdi, allora guidati dalla coppia Karin Göring-Eckart e Cem Özdemir. Ne era uscita così una nuova edizione della Große Koalition tra Unione e socialdemocratici della Spd. Dopo quattro anni i maggiori partiti hanno messo in campo adesso nuovi leader – Armin Laschet (Unione), Olaf Scholz (Spd) e Annalena Baerbock (Grünen) – mentre solo la Fdp si ripresenta con Lindner. Ma questa volta il capo dei liberali non ha nessuna intenzione di ripetere la mossa che non gli è costata il posto solo perché il partito era a corto di alternative. Lindner punta a entrare in una coalizione, lasciandosi aperte un po’ tutte le porte. Se la preferenza andrebbe a un duetto nero-giallo con Laschet, i numeri della vigilia dicono che le alleanze dovranno essere almeno tripartitiche, il che significa più opzioni e più carte da giocare quando ci sarà da trattare.

I liberali di Lindner lottano per entrare al governo
Christian Lindner leader della Fdp (Getty Images).

Lindner vuole invertire la tendenza e riportare i liberali al governo

I liberali (Frei Demokraten) sono stati nella Germania del Dopoguerra più una forza di governo che di opposizione. Negli Anni 50 e 60 a braccetto con i conservatori, poi con i socialdemocratici e di nuovo tra gli 80 e i 90 con la Cdu di Helmut Kohl. Con Angela Merkel sono durati solo una legislatura, dal 2009 al 2013, l’unica esperienza al governo negli ultimi 23 anni. Christian Lindner vuole invertire il ciclo all’opposizione, che comunque gli è servito negli ultimi otto anni a rafforzare il partito internamente ed evitare la marginalizzazione, salvando da una parte l’identità liberale nella confusione della ricerca da parte di tutti i partiti dell’elettorato di centro, dall’altra non commettendo l’errore di scivolare nell’angolo dell’estremismo della destra radicale, spazio che è stato occupato in maniera diversa dai nazionalpopulisti della AfD.

Fdp in lotta per il quarto posto con AdD e Linke

La Fdp, stando agli ultimi sondaggi, andrebbe il 26 settembre oltre il 10 per cento, in lotta per il quarto posto con AfD e Linke, tutte formazioni più o meno sullo stesso piano, lontano da chi conduce, cioè Spd, Unione e Verdi. Se però AfD e Linke non sono considerati partner appetibili, i liberali in una coalizione di governo potrebbero diventare una stampella fondamentale, sia per la Cdu-Csu di Laschet, che per la Spd di Scholz. In uscita dalla pandemia, le armi su cui punta Lindner sono quelle del rilancio dell’economia, che passa per la riduzione del peso fiscale, e lo snellimento della burocrazia. Poi digitalizzazione, istruzione, clima e via dicendo, parole d’ordine in realtà in comune con tutti gli altri partiti.

Lindner lotta per entrare al governo
Il leader dei liberali Lindner e la cancelliera Angela Merkel (Getty Images).

Nel programma legalizzazione della cannabis e diritti per la comunità Lgbt

Da buon esponente della destra, anche se liberale, Lindner è stato sempre critico nei confronti di Merkel per quel riguarda la politica dell’immigrazione e delle porte aperte, ma strizza l’occhio anche all’elettorato meno conservatore, con un programma che prevede anche la legalizzazione della cannabis, tassandola al pari delle sigarette, cosa che porterebbe almeno un miliardo di euro all’anno nelle casse dello stato. Stesso approccio sulla questione Lgbt, con il rafforzamento dei diritti e contro ogni criminalizzazione. La Fdp si vuole lasciare dietro l’immagine di partito vecchietto e un po’ bigotto, puntando anche su candidati giovani e brillanti, come si vuole presentare appunto Christian Lindner.

Lindner lotta per entrare al governo con la Fdp
La leader dei Verdi Annalena Baerbock, il candidato Spd Olaf Scholz e il capo dei liberali Christian Lindner (Getty Images).

Dal Semaforo alla Giamaica, fino alla rossa-rossa-verde: le opzioni sul tavolo

Il leader dei liberali sa benissimo che il suo partito sarà necessario per formare una coalizione di governo, almeno tra quelle più probabili: la cosiddetta “Semaforo”, con Spd e Verdi, o la “Giamaica”, con Unione e Verdi, lasciando appunto stare quelle meno gettonate (Große Koalition tra Unione e Spd e quella spostata a sinistra con Spd, Linke e Verdi la rossa-rossa-verde). Non volendo passare alla storia come colui che due volte di fila ha cestinato la possibilità di governare, c’è da credere che stavolta non si farà scappare l’occasione di farsi prendere sottobraccio. Da chi è tutto da vedere: come consuetudine il mandato di formare il governo verrà dato al partito con la maggioranza relativa e al momento i sondaggi danno in vantaggio i socialdemocratici di Olaf Scholz. Dalla sera del 26 settembre si apriranno quindi le danze.

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