Benedetto XVI si è spento il 31 dicembre scorso. Un momento delicato per i fedeli e per il mondo cattolico, dovuto alla dipartita del Papa emerito, personaggio amato e controverso, con un ruolo unico nel suo genere. L’arcivescovo Georg Ganswein, al fianco di Ratzinger dal 1992, ha rilasciato un’intervista al quotidiano cattolico tedesco Die Tagespost in cui racconta un retroscena particolare. Secondo lui, infatti, Benedetto XVI avrebbe avuto il «cuore spezzato» dalla decisione di Papa Francesco di approvare la Traditionis custodes, il documento che conteneva restrizioni sulle celebrazioni delle messe in latino.
Georg: «Perché togliere questo tesoro alla gente?»
Georg Ganswein ha dichiarato che il Papa emerito «pensava di vivere solo un altro anno dopo le dimissioni». Così non è stato, perché sono passati oltre 9 anni dalla scelta di lasciare il suo ruolo e ritirarsi in Vaticano. Poi il passaggio sulle messe in latino: «L’intenzione di Papa Benedetto era stata quella di aiutare coloro che avevano semplicemente trovato una casa nella Messa antica, a trovare una pace interiore, trovare una pace liturgica e anche di allontanarli da Lefebvre. Se si pensa per quanti secoli la Messa antica è stata fonte di vita spirituale e nutrimento per tanti santi, è impossibile immaginare che non abbia più nulla da offrire. E non dimentichiamo tutti quei giovani che sono nati dopo il Concilio Vaticano II e non sanno nulla dei drammi che circondarono il Concilio Vaticano II. Togliere questo tesoro alla gente, perché? Non credo di poter dire di essere a mio agio con questo».

L’intenzione di Francesco era di «evitare divisioni»
L’arcivescovo vicino a Ratzinger, quindi, non accetta la decisione del 2021 di Papa Francesco, pubblicata sotto forma di motu proprio, cioè un documento che sancisce l’inappellabilità della decisione presa in autonomia dal Pontefice. Con un altro motu proprio, lo stesso Benedetto nel 2007 aveva dato libertà di celebrazione in latino. All’epoca diceva che per lui «era importante che la Chiesa preservasse la continuità interna con il suo passato. Che ciò che prima era sacro non divenisse da un momento all’altro una cosa sbagliata. Il rito si deve evolvere. Per questo è stata annunciata la riforma. Ma l’identità non deve spezzarsi». Francesco invece ha spiegato che la sua scelta scaturiva dalla voglia di «evitare divisioni all’interno della Chiesa».
