Geo Barents, cresce la tensione: in tre si gettano in mare
La nave è da ieri notte a Catania e a bordo ha ancora 214 persone. Paura e angoscia crescono, accanto a un'epidemia di scabbia e a chi fa lo sciopero della fame.
Sono ore lunghissime, quasi interminabili, per le 214 persone ancora a bordo della nave Geo Barents. La nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere, è arrivata ieri a Catania con 572 naufraghi, dando il via al lungo braccio di ferro col governo italiano. Oggi la tensione è salita ancora quando tre dei migranti ospiti dell’imbarcazione hanno deciso di lanciarsi in mare, per sfuggire a un’epidemia di scabbia e alla paura e all’angoscia della giornata. I tre sono tra coloro i quali sono costretti a restare sulla nave perché non considerati tra i «fragili», fatti sbarcare la scorsa notte.

In tre si buttano in mare dalla Geo Barents: «Ora sono a terra»
Secondo quanto spiega il capomissione di Medici Senza Frontiere, Riccardo Gatti, i tre uomini, un ragazzo di vent’anni e due più grandi, sono stati subito soccorsi e portati sul molo. Prima sono stati in due a lanciarsi, mentre il terzo avrebbe dichiarato di averlo fatto «per aiutarli». «Adesso i ragazzi che si sono lanciati in mare sono a terra», spiega Gatti, «non so se potranno tornare a bordo. Ciò che è successo spiega bene quel che si sta vivendo a bordo. Abbiamo una situazione critica, da questa mattina abbiamo ripetuti casi di crisi di panico, ecco perché abbiamo chiesto che ci siano sempre ambulanze a disposizione».
Gli avvertimenti: «Rischiamo fino a 50mila euro di multa»
Gatti, come riportato da Repubblica, spiega qual è l’attuale situazione della Geo Barents. A bordo della nave si registra un’epidemia di scabbia e situazioni di tensione crescente. Il comandante racconta però che «se non rispettiamo le norme del decreto rischiamo una multa fino a 50mila euro. Ma questo è un soccorso che è ancora aperto, perché le persone non sono ancora sbarcate. E non ce la fanno più». A Catania in molti segnalano la costante presenza a poppa di migranti che urlano di aiutarli. Molti di loro hanno rifiutato il cibo per protesta.
