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La multa alla Geo Barents e il decreto Piantedosi: una storia già scritta

Il decreto Piantedosi ha ottenuto il primo risultato: il fermo della Geo Barents, colpevole di aver cambiato rotta per salvare vite. Come andrà a finire lo sappiamo già: MSF farà ricorso e l’Ue richiamerà l’Italia alle sue responsabilità, dimenticandosi delle proprie. E mentre al governo si inventano regole irregolari, nel Mediterraneo si continua a morire.

25 Febbraio 2023 10:09 Giulio Cavalli
Le sanzioni alla Geo Barents e l’abitudine all’illegalità di Stato

Alla fine è accaduto. Una nave è stata multata per avere salvato vite e viene da chiedersi come racconteremo un fatto del genere ai nostri figli. La logistica dell’orrore macchinata dal ministro Piantedosi miete il suo primo provvedimento. La notizia arriva da Medici Senza Frontiere. «Le autorità italiane ci hanno appena comunicato che la Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere, è stata raggiunta da un fermo amministrativo di 20 giorni e una multa da 10 mila euro. Stiamo valutando le azioni legali da intraprendere per contestare l’accaduto. Non è accettabile essere puniti per aver salvato vite».

⚫️Le autorità italiane sono salite a bordo della #GeoBarents e hanno notificato al nostro team il fermo della nave e l'applicazione di una multa. Stiamo valutando le azioni legali da intraprendere per contestare l'accaduto.
‼️NON È ACCETTABILE essere puniti per aver salvato vite

— MediciSenzaFrontiere (@MSF_ITALIA) February 23, 2023

Sette giorni fa la nave aveva lasciato il porto di Ancona dopo avere cambiato equipaggio. «La Capitaneria di Porto di Ancona ci contesta, alla luce del nuovo decreto, di non aver fornito tutte le informazioni richieste durante l’ultima rotazione che si è conclusa con lo sbarco ad Ancona di 48 naufraghi». Medici Senza Frontiere specifica che «la contestazione non è dunque correlata con la missione che si concluse a La Spezia». Qualche giorno fa, il 17 febbraio, dalla nave erano sbarcati 48 migranti, di cui nove minorenni, salvati al largo delle Libia. Tutto si era svolto regolarmente.

Multati per aver risposto all’allarme di una imbarcazione in difficoltà

La “colpa” della Geo Barents è di avere modificato la propria rotta dopo avere avuto un porto assegnato. Ma perché la nave aveva modificato la rotta? Semplicemente perché aveva ricevuto l’allarme di un’imbarcazione in difficoltà. E poiché quel fazzoletto di Mediterraneo è un pozzanghera mortifera, durante il suo tragitto l’imbarcazione di MSF ha incrociato un terzo quasi-naufragio. Li hanno salvati, ovviamente, com’è scritto nel diritto internazionale e nelle secolari regole del mare. Sessantuno migranti, tra cui 13 donne e 24 minori nel suo secondo salvataggio, 107 persone recuperate nel terzo salvataggio. Tutta gente che per Piantedosi e compagnia doveva marcire in mezzo all’acqua pur di avere “le carte a posto”.

Le sanzioni alla Geo Barents e l’abitudine all’illegalità di Stato
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. (Getty)

Come sempre l’Ue richiamerà l’Italia alle sue responsabilità, dimenticandosi delle proprie

Ora cosa accadrà? Segnatevelo perché è una storia già scritta. Medici Senza Frontiere presenterà ricorso, ricorrerà sicuramente in tutte le sedi. Comincerà una battaglia legale che non interesserà a nessuno, di cui non scriverà nessun giornale, finché per l’ennesima volta un tribunale ripeterà quello che sappiamo da sempre: salvare non può mai essere un reato, nemmeno se al governo ci sta gente che ha promesso ai suoi elettori di bombardare le Ong. E non solo: per l’ennesima volta accadrà che l’Ue richiamerà l’Italia alle sue responsabilità, fingendo di non essere quella stessa Unione Europea che finanzia muri e fomenta autarchie a respingere illegalmente i migranti.

Geo Barents, i minori sbarcati a La Spezia portati in pullman a Foggia. Quasi 800 chilometri dopo oltre 100 ore di navigazione
Sbarco di migranti (Getty Images).

Non abituiamoci all’illegalità di Stato

Ogni volta che accade una cosa del genere, ogni volta che ci ritroviamo di fronte a una palese irregolarità da parte del governo italiano sulla pelle di questi disperati, sorge il dubbio che scrivere l’ennesimo articolo possa davvero servire. Si viene colti anche da una certa malinconia nel pensare che i lettori possano essere “stufi” di leggere sempre le storie. Non è un bivio facile per chi si occupa di giornalismo e ha il privilegio di poter scegliere i propri temi. Il rischio vero però è che l’abitudine all’illegalità di Stato (a cui il governo aspira) archivi la sopravvivenza e la dignità delle persone. Il gioco vale la candela. Un altro pezzo sui migranti, ancora? Sì, ancora. Ancora, per tutte le volte, ogni volta, che il governo e il ministro dell’Interno si ostinano a rendere lecita una pratica disumana che fa schifo da ogni lato la si guardi. Ancora, ogni volta che si intasano i tribunali per far loro ribadire gli stessi concetti che ripetono da anni. Ancora, perché il decreto Piantedosi e la volontà di sabotare il salvataggio di vite umane sono cose talmente orrende che dovrebbero campeggiare in prima pagina ogni giorno della settimana. Inoltre sappiamo anche come andrà a finire. E mentre quelli provano a inventarsi regole irregolari quelli muoiono. Ancora.

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