Berlino riconosce ufficialmente il genocidio in Namibia e, dopo lunghi negoziati con le autorità del Paese, intende sanare il massacro con 1,1 miliardi di euro da investire in ricostruzione e sviluppo. Una donazione che per quanto generosa non ha soddisfatto i discendenti delle etnie Herero e Nama decimate dai soldati del Reich a inizio 900. Le popolazioni infatti lamentano un loro mancato coinvolgimento nei negoziati e bollano il pentimento – tardivo – della Germania come una mera campagna pubblicitaria.
In Namibia tra il 1904 e il 1908 vennero sterminate più di 100 mila persone
Quello della Namibia è uno dei tanti genocidi che la storia ha dimenticato. Tra il 1904 e il 1908 furono uccise più di 100 mila persone, comprese donne e bambini. Una delle più crudeli e spietate stragi dell’era coloniale africana. A macchiarsi di quel crimine infame fu il Secondo Reich tedesco. Il genocidio ebbe inizio nel 1904 a seguito della ribellione degli Herero e Nama in risposta all’esproprio delle loro terre e del bestiame. Il capo dell’amministrazione dell’allora Africa sudoccidentale tedesca, Lothar von Trotha, emise allora un ordine di sterminio. Gli Herero e i Nama furono abbandonati nel deserto. Chi cercava di fare ritorno veniva ucciso o rinchiuso in campi di concentramento. Si stima che sia stato ucciso il 75% della popolazione Herero e metà della popolazione Nama. Non solo. I teschi di centinaia di vittime furono inviati in Germania per essere studiati dagli antropologi con l’obiettivo di giustificare la superiorità della razza europea su quella africana. Venticinque di questi, il 26 maggio, sono stati restituiti alla Namibia.

La prima ammissione di colpa tedesca nel 2004
«Come gesto per il riconoscimento delle sofferenze enormi inflitte alle vittime, vogliamo sostenere la Namibia e i discendenti delle vittime con un programma significativo di 1,1 miliardi di euro per la ricostruzione e lo sviluppo», ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas. «Sono felice che sia stato possibile raggiungere un accordo con la Namibia su come affrontare insieme il capitolo più buio della nostra storia comune. Il riconoscimento della colpa e la nostra richiesta di scuse è un passo importante per accettare questi crimini e definire il futuro insieme». La Germania aveva cominciato ad ammettere le proprie colpe per il genocidio in Namibia nel 2004, anno del centenario dello scoppio della guerra in Africa. In quell’occasione fu avanzata la richiesta di un risarcimento di quattro miliardi di dollari e la restituzione di circa 50 teschi, ancora oggi presenti in alcuni centri medici e università tedesche.