Generali, Marattin lascia la commissione banche dopo la convocazione del ceo Donnet
Il deputato di Italia Viva esce in polemica: «Facevo parte di un'autorità di regolamentazione finanziaria e non lo sapevo», ha scritto. La guerra per la contesa di Generali Assicurazioni si allarga alla politica.
Luigi Marattin, deputato di Italia Viva, ha presentato le dimissioni da membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario. È successo dopo la convocazione dell’amministratore delegato del Gruppo Generali, Philippe Donnet, per chiarire le modalità della sospensione di Luciano Cirinà, candidato ceo della lista di Francesco Gaetano Caltagirone, pronto a sfidare nell’assemblea del 29 aprile la lista messa a punto dal cda, intenzionato a confermare proprio Donnet per un terzo mandato. Nel frattempo Cirinà è stato addirittura licenziato in tronco «per violazione degli obblighi di lealtà e dalla grave violazione di altri obblighi previsti dal contratto di lavoro».

Generali, perché Marattin ha lasciato la commissione banche
«Da tempo ero in totale disaccordo con la conduzione della commissione che, lungi dall’essere una vera commissione d’inchiesta sul passato del nostro sistema bancario, è stata fin dall’inizio utilizzata per altri dubbi scopi, primo tra tutti il tentativo di appropriarsi di competenze che sono invece proprie di commissioni parlamentari permanenti», ha scritto Marattin sul suo sito web.
Qui spiego le motivazioni che mi hanno portato a dimettermi dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario. https://t.co/BHmzRF4CZk
— Luigi Marattin (@marattin) March 28, 2022
«Ma la recente convocazione di Philippe Donnet – CEO del Gruppo Generali – ha superato ogni limite. Alla vigilia dell’assemblea degli azionisti che dovrà eleggere in nuovo consiglio di amministrazione di una società privata, una delle due parti in competizione viene chiamata in audizione presso una commissione “d’inchiesta” per esporre dettagliate informazioni di bilancio, piani industriali e persino per chiedere conto di decisioni interne riguardanti la concessione dell’aspettativa a un proprio dirigente».

Generali, l’audizione di Donnet è in programma il 5 aprile
Il deputato di Italia Viva continua: «Insomma, facevo parte di un’autorità di regolamentazione finanziaria, e non lo sapevo . Una “autorità” particolare, oltretutto. Visto che entra pesantemente in una partita di governance societaria dalla quale la politica dovrebbe a mio avviso stare fuori. Ritengo pertanto opportuno dissociarmi con decisione da quanto sta avvenendo. Faccio appello ai presidenti delle Camere, destinatari il 29 marzo 2019 di una lettera del Presidente della Repubblica in cui si richiamava esplicitamente il rischio che le attività della Commissione non si sovrapponesse a quella delle Autorità indipendenti, affinché vigilino sul corretto funzionamento delle nostre istituzioni». Luigi Marattin è stato eletto alle politiche del 2018 con il Partito Democratico, per poi passare nel 2019 ad Italia Viva di Matteo Renzi. Attualmente è Presidente della Commissione Finanze della Camera. L’audizione di Donnet, chiesta dalla commissione di inchiesta sulle banche (presidente Carla Ruocco del M5s) è in programma il 5 aprile.