Chi è il generale Dvornikov, nuovo comandante delle truppe russe in Ucraina
Nato nel 1961 ai confini orientali dell’allora Unione Sovietica, è stato al comando di operazioni in Siria, nel corso delle quali ha ordinato l’uso di bombe a grappolo.
Come riferisce la Bbc citando fonti «accreditate e affidabili», la Russia ha cambiato la guida dell’esercito in Ucraina, visti i risultati insoddisfacenti dell’attacco sferrato a fine febbraio. Adesso al comando delle operazioni militari ci sarebbe il generale Aleksnadr Dvornikov, veterano con un passato in Siria. Per il momento non ci sono state conferme ufficiali da Mosca, anche se la fonte russa ha dichiarato alla Bbc: «Da lui ci aspettiamo un miglioramento nella fase di comando e il controllo generale delle truppe russe in Ucraina». Le cose da sapere.
Dvornikov, maniere forti in Siria
Nato il 22 agosto 1961 a Ussuriysk, città a breve distanza da Vladivostok, ovvero ai confini orientali dell’allora Unione Sovietica, Aleksnadr Dvornikov è stato a capo di operazioni militari in Siria, per le quali è stato insignito del titolo di Eroe della Federazione Russa. Secondo il Violation Documentation Center e Human Rights Watch, attacchi aerei da lui ordinati in Siria hanno colpito anche diverse strutture mediche, con munizioni a grappolo. Ma è proprio per quanto fatto in Medio Oriente che Dvornikov è stato messo a capo dell’esercito russo: maniere forti ma sempre dritto all’obiettivo, come accaduto in Siria dove è rimasto al potere il presidente Bashar Al Assad al potere.

Dvornikov, l’attacco di Kramatorsk
Sarebbe stato proprio Dvornikov, scelto per rendere più precisi e letali gli attacchi della Russia in Ucraina, a ordinare il bombardamento alla stazione ferroviaria di Kramatorsk, che ha causato 52 morti e almeno 300 feriti tra i civili. Il nuovo ruolo del generale dovrebbe portare a un maggiore coordinamento tra le varie unità dell’esercito del Cremlino.

Dvornikov, obiettivo 9 maggio
Il tempo stringe. Dvornikov è stato messo a capo della cosiddetta “Operazione Speciale” in vista del 9 maggio, data simbolicamente importante per la Russia, entro la quale il Cremlino vorrebbe aver già concluso l’attacco all’Ucraina, che però non sta andando come preventivato a causa di alcuni errori di (sotto)valutazione e allo scarso coordinamento tra i vari comandi. Nessuno grande città è caduta in mano russa e ora con Dvornikov Mosca prova a cambiare strategia.