Il generale Dalla Chiesa via dalla tivù per par condicio, che fine ha fatto Brunetta e le altre pillole del 29 agosto
La fiction Rai sul generale Dalla Chiesa slitta per la par condicio: la figlia Rita è candidata con Forza Italia. E allora la sorella di Calenda, con "Petra"? Intanto Brunetta ricomincia dal Forum Ambrosetti. E anche se in pochi si sono accorti della sua morte, Von der Leyen piange l'italiano Petriccione.
La cosiddetta “par condicio” ha fatto slittare la serie Il nostro generale, dedicata a Carlo Alberto Dalla Chiesa, prevista nel quarantennale della strage di via Carini. La fiction in quattro puntate diretta da Lucio Pellegrini e Andrea Jublin, con Sergio Castellitto nei panni del generale, è finita nel mirino delle regole dedicate all’accesso ai mezzi di informazione per la comunicazione politica al fine di garantire la parità di trattamento e l’imparzialità rispetto a tutti i soggetti politici. Già, perché Rita Dalla Chiesa, figlia del generale, è capolista al proporzionale nella circoscrizione Molfetta-Bari per la Camera dei deputati. La serie, co-prodotta da Stand by me, doveva andare in onda domenica 11 settembre sulla Rai. Su Canale 5, invece, sabato 3 settembre andrà in onda la miniserie Il generale Dalla Chiesa, datata 2007, con Giancarlo Giannini. Ma il periodo elettorale regala sempre sorprese, e ci pensa pure Sky a provocare: sì perché dal 21 settembre Paola Cortellesi sarà protagonista della seconda stagione della collection Sky Original Petra, in esclusiva su Sky Cinema e in streaming solo su Now. Accanto a lei Andrea Pennacchi: i quattro episodi, diretti da Maria Sole Tognazzi e prodotti da Sky, Cattleya e Bartlebyfilm in collaborazione con Beta Film, sono scritti da Giulia Calenda, Furio Andreotti e Ilaria Macchia con la collaborazione alle sceneggiature di Paola Cortellesi. Giulia è la sorella di Carlo Calenda, che non è un semplice candidato alle elezioni ma è il leader di quello che viene definito Terzo polo. E tutto a pochi giorni dal voto, programmato per il 25 settembre. La Cortellesi racconta che «Petra è una donna un po’ particolare perché è una donna che non si cura degli altri, non è particolarmente empatica e quindi ha questa sua forma di grandissima libertà e questo le crea delle difficoltà nei rapporti». Un po’ come Carlo…

Brunetta ricomincia da Ambrosetti
Che fine ha fatto Renato Brunetta? È sempre ministro per la Pubblica amministrazione nel governo di Mario Draghi, anche se è andato via da Forza Italia (e senza rimpianti da parte del Cavaliere). Dal prossimo venerdì 2 settembre Brunetta torna in campo a Cernobbio, a Villa d’Este, grazie al mega convegno griffato Ambrosetti e intitolato, per la 48esima volta, “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”. Nelle tre giornate ci sarà ampio spazio per la Cina, anche grazie al ministero degli Affari esteri guidato da Luigi Di Maio: il dicastero, si legge in una nota, «prenderà parte attiva ai lavori attraverso gli interventi delle ambasciate in Usa, Turchia, Paesi Bassi e Singapore, che ospiteranno hub di collegamento con il forum con la partecipazione di personalità locali». E «Pechino ospiterà un hub in diretta streaming che svilupperà anche contenuti locali offline in vantaggio di fuso. Questo sarà reso possibile grazie al contributo congiunto di Maserati Cina, Pirelli Apac e Santoni Cina». Sì, proprio quel mondo, quello cinese, che Silvio Berlusconi considera «una minaccia».

Altro che Ozzy Osborne, il principe Carlo parla sempre con i cavalli
Leggiamo che Ozzy Osbourne, soprannominato Il Principe delle Tenebre, ha dichiarato in un’intervista al The Daily Star di aver smesso di usare acidi dopo che si è trovato a parlare per un’ora con un cavallo. Come se fosse un problema: il principe Carlo parla da sempre con i quadrupedi. Il fatto è che l’erede al trono d’Inghilterra è inacidito di suo, visto che Elisabetta II non ha intenzione di mollare la carica regale.

Von der Leyen piange la scomparsa di Petriccione
Pochi se ne sono accorti, ma qualche giorno fa è scomparso il tarantino Mauro Petriccione, dal 2018 direttore generale dell’area “azione per il clima” della Commissione europea: un infarto è stato fatale, all’età di 65 anni, nonostante il ricovero all’ospedale di Amburgo. Se la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha detto che «Mauro era un collega caro e rispettato. Il suo lavoro gli ha fatto guadagnare rispetto e amicizie in Europa e oltre», il vice presidente della Commissione Frans Timmermans ha scritto che «era un vero europeo e ha servito questa istituzione per la maggior parte della sua carriera. Tutti i risultati che abbiamo raggiunto negli ultimi tre anni portano le sue impronte digitali e gliene sarò eternamente grato. E soprattutto lo ringrazio per la sua amicizia e il suo senso dell’umorismo e la sua voglia di aiutare». Il sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola ha sottolineato che Petriccione «ha lavorato negli ultimi anni per una transizione climatica equa e per affrontare in maniera pragmatica le sfide industriali e sociali dell’azione per il contrasto ai cambiamenti climatici». E ora nasce un altro problema: l’Italia ha un rappresentante in meno tra gli altissimi dirigenti europei. Con un governo incaricato solamente degli “affari correnti”, poi, la Commissione europea non darà spazio a un altro italiano…