Gedi, Elkann e il destino delle testate del Triveneto

Giovanna Predoni
06/02/2023

Elkann vuole cedere anche i quotidiani locali del Triveneto. Tra i pretendenti oltre alla Sae di Leonardis, due cordate di industriali: una friulana nella quale spiccherebbe la famiglia Pozzo e una seconda che si è affidata a Finanziaria internazionale di Marchi. Mentre la veronese Athesis ha messo gli occhi sulla Gazzetta di Mantova.

Gedi, Elkann e il destino delle testate del Triveneto

Quando rilevò Gedi (Repubblica, La Stampa e il Secolo XIX più una miriade di quotidiani locali) dalla famiglia De Benedetti i giornali dovevano ancora piacere a John Elkann. Poi dev’essere successo qualcosa, l’interesse è venuto meno o si è comunque molto attenuato. E da qualche tempo è tutto un periodico affiorare di voci sul fatto che l’erede dell’impero Fiat voglia drasticamente ridurre la sua presenza in un settore che non lo appassiona più, e forse gli dà anche troppi grattacapi. Così, dopo aver venduto lo storico settimanale L’Espresso a Danilo Iervolino, ora la stessa sorte tocca ai quotidiani locali dell’ex gruppo Finegil poi ribattezzato GNN (Gedi News Network). Dopo la Nuova Sardegna, il Tirreno, la Gazzetta di Modena, quella di Reggio e la Nuova Ferrara cedute alla Sae  (acronimo di Sapere Audere Editori), guidata dal rampante imprenditore abruzzese Alberto Leonardis, è ora la volta delle testate trivenete, una tempo fiore all’occhiello della rete di giornali tanto cara a Carlo Caracciolo che la fondò nel 1983. Della loro cessione se ne sta occupando in prima battuta Francesco Dini, consigliere d’amministrazione di GNN nonché vicepresidente della Fieg, la Federazione degli editori. E naturalmente l’ad Maurizio Scanavino, che in queste settimane deve però condividere la guida della casa editrice con quella al momento più impegnativo della Juventus.

Gedi, Elkann e il destino delle testate del Triveneto
Maurizio Scanavino (Getty Images).

Tre i pretendenti all’acquisto: Sae e due cordate di industriali

Nel pacchetto ci sono tutte: il bellunese Corriere delle Alpi, il Mattino di Padova, la Tribuna di Treviso, La Nuova Venezia, il Piccolo di Trieste e il Messaggero Veneto di Udine, e l’idea è quella di venderle in blocco. Per Gedi non sono più strategiche, e tranne qualche eccezione, come il Messaggero Veneto, perdono soldi. A bilancio sono iscritte per circa 30 milioni di euro, ma il venditore è consapevole, che dati gli attuali valori, toccherà vendere per meno. Tre i pretendenti che hanno sinora manifestato il loro interesse: la sempre presente Sae, operazione che consentirebbe alla casa editrice livornese di allargare la sua presenza editoriale in regioni del Paese dal forte tessuto imprenditoriale. E due cordate di industriali, una friulana (dentro la quale spiccherebbe la famiglia Pozzo), l’altra veneta, evidentemente preoccupate che la stampa locale possa finire in mani ostili. I veneti hanno per questo chiesto alla Finanziaria internazionale, holding di Enrico Marchi, finanziere molto noto nonché presidente di Banca Finint e della Save, la società che gestisce gli aeroporti di Venezia, Verona, Treviso e Brescia, di analizzare il dossier e, questo lo si può immaginare, eventualmente di partecipare all’acquisizione.

Gedi, Elkann e il destino delle testate del Triveneto
Enrico Marchi.

Le mire di Athesis sulla Gazzetta di Mantova

A seguire con attenzione le mosse di Gedi nel Nord Est ci sono naturalmente gli altri due editori presenti sul territorio: Francesco Gaetano Caltagirone, proprietario de Il Gazzettino, e il gruppo veronese Athesis, i cui soci di controllo sono le associazioni industriali di Verona e Vicenza, presente nel mercato dei quotidiani con L’Arena, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi, e nella tivù con le emittenti locali TeleArena e TeleMantova. Ed è proprio alla città che dette i natali a Virgilio che Athesis guarda, sperando che Gedi metta in vendita anche La Gazzetta di Mantova, fondato nel 1664 e a tutt’oggi detentore del primato di più vecchio quotidiano al mondo ancora in pubblicazione. A quel punto la holding editoriale di Exor si troverebbe a controllare solamente due testate locali: La Provincia Pavese e la Sentinella del Canavese di Ivrea. Ultima ridotta di quella che fu una rete che ai tempi del massimo splendore contava su oltre 20 quotidiani che coprivano tutto il Centro Nord del Paese. Altri tempi.