Un «gruppo di sabotatori ucraini» ha fatto saltare in aria nella regione ucraina di Kharkiv la condotta usata fino all’inizio della guerra per il trasporto di ammoniaca dalla città russa di Togliatti al porto ucraino di Odessa, provocando feriti tra la popolazione e una dispersione di materiale tossico nell’ambiente. Lo riferisce il ministero della Difesa russo sul suo canale Telegram, precisando che l’attacco è avvenuto nei pressi del villaggio di Masyutovka, catturato all’inizio della guerra dalle forze russe e poi riconquistato da quelle ucraine.
L’incidente a meno di 48 ore dalla distruzione della diga Kakhovka
I filmati pubblicati sui social media mostrano il fumo bianco che esce dal gasdotto Togliatti-Odessa, inaugurato nel 1981, che con i suoi circa 2 mila chilometri è il più lungo al mondo. Servizi di emergenza «sono stati schierati sul posto», ha dichiarato il governatore della regione di Kharkiv Oleh Sinehubov, in un post su Telegram, accusando le forze russe di aver bombardato la conduttura, che parte dagli stabilimenti TogliattiAzot.

L’incidente arriva a meno di 48 ore dalla distruzione della diga Kakhovka sul fiume Dnipro, con conseguente allagamento delle aree vicine, facendo temere inoltre per la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Anche in questo caso, Russia e Ucraina si sono incolpate a vicenda per l’attacco.

La condotta è al centro di una diatriba che coinvolge anche l’Occidente
La condotta ha cessato l’attività dall’invasione dell’Ucraina: la ripresa delle esportazioni di ammoniaca dalla Russia attraverso il collegamento è una delle condizioni del Cremlino per continuare con l’accordo sull’esportazione di grano. Tra l’altro, la Russia ha anche accusato l’Occidente di aver bloccato l’importazione di fertilizzanti, per i quali l’ammoniaca è una componente fondamentale. «L’Ucraina è l’unico Paese che non è mai stato interessato a riattivare» il Togliatti-Odessa, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, accusando Kyiv di aver inferto «un duro colpo agli sforzi delle Nazioni Unite per combattere la fame nel mondo». Secondo Zakharova, se i tecnici russi potessero raggiungere il luogo dell’esplosione, ci vorrebbero da uno a tre mesi per riparare il danno.